«La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire» diceva Albert Einstein. Ma a un secolo di distanza da allora nuovi venti di guerra spirano ovunque. La zona più calda è senza dubbio la Siria, ma i conflitti sparsi per il mondo sono decine. Ecco perchè anche a Palermo oggi si è scesi in piazza, per manifestare la contrarietà contro ogni forma di guerra. Ancora più importante perchè la Sicilia è da decenni zeppa di basi militari. «Birgi, Niscemi, Sigonella, Augusta, Pantelleria, Lampedusa – è l’elenco (non esaustivo), fornito dagli organizzatori -. Tutta la nostra isola è coinvolta nelle avventure di guerra per tutelare interessi e per scontri di potere globale che non ci riguardano, rischiando di restare pesantemente coinvolti e di subirne le gravi conseguenze».
Il corteo si è mosso dal teatro Massimo ed è arrivato a piazza Pretoria. Decine le sigle aderenti: Anpi, Potere al Popolo, Sinistra Italiana Palermo, Sinistra Comune, Democrazia e Lavoro CGIL, USB – Unione sindacale di base, Cobas, RSU FIOM Fincantieri Palermo, Centro sociale Ex Karcere, Centro sociale Anomalia, Collettivo Universitario Autonomo, Teatro Mediterraneo Occupato, Studenti Medi Palermo, Assemblea contro la violenza maschile sulle donne, Collettivo politico Isati Junco # Potere popolare, Partito comunista, Rifondazione comunista, Palermo solidale con la Palestina, Movimento studentesco dei Picciotti, Alternativa Libertaria Palermo, Arcigay Palermo, Handala, Laboratorio Zen Insieme, Spazio donna Zen.
«La sfacciata aggressione usa, francese e inglese – dicono gli organizzatori – con il lancio di oltre 100 missili contro la Siria per il pretesto di impedire l’uso di armi chimiche, il cui utilizzo doveva essere ancora dimostrato dall’indagine ispettiva indipendente, che era stata autorizzata ed il cui inizio non è stato atteso, è avvenuta in piena violazione e spregio del diritto internazionale.
Mentre viene criticata anche la scelta di far partire l’edizione 2018 del giro d’Italia da Israele. «Non possiamo accettare – continuano gli organizzatori – specie dopo l’eccidio in atto a Gaza e il coinvolgimento diretto nelle azioni militari in Siria, che il giro d’Italia ciclistico parta proprio da Israele e che, in una delle sue tappe, passi per Gerusalemme (che il governo israeliano considera la capitale del suo stato) e poi arrivi in Italia ed in Sicilia come prima tappa del suo percorso nazionale. Non lo consentiremo».
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