Anche all’Ars c’è chi lavora

SENZA BILANCIO TUTTI A CASA – Il vicepresidente della Commissione Attività produttiva all’Assemblea regionale siciliana, Salvino Caputo, interviene sull’immobilismo del Governo regionale che ancora tarda a presentare le variazioni di bilancio, annullando di fatto, per due volte, la seduta della Commissione Finanze.

“Altro che semestre bianco: un semestre in bianco, piuttosto – dice Caputo -. Quindi, visto che il Governo regionale non sembra in grado di preparare un Bilancio decente, voglio chiedere: ma ‘sto Governo è in grado di governare?”.

LA PALERMO-SCIACCA – Al centro dell’attività del parlamentare Salvino Caputo anche la questione della sicurezza nella strada a scorrimento veloce Palermo Sciacca, teatro di numerosi incidenti stradali che hanno registrato molte vittime e un elevato numero di incidenti mortali.

Caputo, su invito di molti Sindaci dei territori della provincia di Palermo, Trapani e Agrigento ha richiesto la convocazione della Commissione Trasporti all’Ars per affrontare il problema, invitando i vertici dell’Anas. Durante la Commissione sono stati richiesti, ai Vertici di Anas, interventi di manutenzione e segnaletica per ridurre l’alta velocità e aumentare i livelli di sicurezza.

I vertici di Anas hanno stilato una relazione e hanno evidenziato che ci sono già lavori in corso per la nuova segnaletica e che si stanno già avviando gli interventi per l’acquisto di una posizione di autovelox da cedere gratuitamente ai Comuni.

I Sindaci di San Cipirello e di Sciacca hanno evidenziato come si tratti di interventi “significativi, ma non sono risolutivi”.

Caputo, comunque soddisfatto, dichiara che “è emersa la volontà di realizzare gli interventi necessari per rendere più sicura la strada e per adottare anche i sistemi di controllo dell’alta velocità. “Ringrazio i vertici di Anas e il presidente della Commissione per avere consentito di affrontare la problematica e soprattutto per l’interessamento a trovare la soluzione”, dice il deputato di Fratelli d’Italia.

Tuttavia è chiaro, conclude Caputo, “che bisogna istituire un tavolo tecnico permanente tra Governo e Anas per la Palermo Sciacca”.

PRECARI ENTI LOCALI – Riguardo alla vicenda dei precari degli enti locali e lavoratori ASU, Caputo riconosce che, forse, parrebbe finalmente aprirsi la strada della chiarezza. Anche perché il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha assicurato che verrà prorogato il termine di scadenza del rapporto di lavoro, previsto per la fine di aprile, e che inserirà in bilancio le somme necessarie per la copertura finanziaria fino al 31 luglio e, successivamente, anche al 31 dicembre 2013.

In attesa di avviare i contatti col nuovo Governo nazionale (per prorogare il contratto ai 23 mila precari degli enti locali siciliani serve una legge nazionale), è stata prevista la costituzione di un tavolo di lavoro permanente tra Anci, Governo e commissione lavoro per individuare quei provvedimenti necessari alla creazione delle condizioni di mantenimento del posto di lavoro per i precari siciliani.

“Si tratta di una decisione – dichiara Caputo – che può rappresentare un momento di chiarezza per i precari degli enti locali e i lavoratori ASU. La certezza della prosecuzione del rapporto di lavoro è già una notizia che, certamente, rasserena gli animi e consente di attendere, con maggiore sicurezza, i tempi necessari per avviare i contatti col nuovo Governo nazionale. Anche perché la soluzione definitiva per questa vicenda è certamente nella competenza del Governo nazionale. Ho fiducia negli impegni assunti oggi dal presidente della Regione, ma è chiaro che vigileremo perché, quanto oggi dichiarato, venga effettivamente mantenuto”.

CEFOP – Caputo, vero e proprio stakanovista dell’attività parlamentare, si scaglia poi contro il Governo regionale per la vicenda dei lavoratori del Cefop. L’ente di formazione, ormai da circa un anno e mezzo, è commissariato con conseguente riduzione del personale. Firmatario di un’interrogazione parlamentare sul destino dei lavoratori del Cefop, Caputo dichiara:”Lo stop dell’Avviso 20 rischia di creare altre vittime: 620 lavoratori della Cefop con il posto di lavoro in bilico per il rischio fallimento dell’Ente di Formazione. Chi garantirà questi lavoratori? Le scelte irresponsabili della Giunta Crocetta continuano a determinare soltanto macelleria sociale. Questa è la rivoluzione?”.

FORMAZIONE PROFESSIONALE – Sul tema formazione interviene anche il vicepresidente del gruppo Pdl all’Assemblea regionale siciliana, Marco Falcone: “Il governo si fermi con i suoi maldestri tentativi di tranquillizzare le categorie della Formazione – dice Falcone . La proposta dell’assessore Nelli Scilabra evidentemente non convince affatto i sindacati i quali, già da ora, paventano più di 3500 licenziamenti, oltre al grave danno per i formandi che si verrebbe a creare”.

Il deputato regionale del Pdl pone sul tavolo la necessità di trovare soluzioni che diano certezza ai lavoratori della formazione professionale, a rischio di perdita del posto di lavoro a causa di una carenza di fondi o di una cattiva gestione degli stessi.

“Dunque – specifica Falcone – si istituisca piuttosto, e anche in fretta, un tavolo propositivo composto da tecnici, politici e categorie interessate a partire dai loro rappresentanti; e si parta da quanto è emerso dall’audizione del dottor Albert in commissione per trovare soluzioni adeguate, fermo restando il recupero dei cosiddetti fondi perduti, avviando il Piano Giovani, la seconda annualità dell’avviso 20, non trascurando i formatori e gli uffici di supporto, quindi salvando questi posti di lavoro: la Sicilia non ha bisogno di nuovi disoccupati”.

CONFARTIGIANATO SULLA FORMAZIONE – Anche dal settore produttivo arrivano proposte per una formazione qualificata e orientata verso determinati settori produttivi, tra cui l’artigianato da recuperare in Sicilia.

“Le ispezioni nei centri di formazione professionale effettuati dall’assessore regionale Nelli Scilabra, dimostrano come i soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati in modo differente, avvicinando davvero i giovani al lavoro”.

A dichiararlo è il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina, che aggiunge: “Un esempio potrebbero essere le ‘Botteghe scuola’, che agevolerebbero seriamente l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro. Gli obiettivi di progetti di questo tipo punterebbero a recuperare e diffondere gli antichi mestieri, sovente a rischio di estinzione, a rivitalizzare produzioni che vanno scomparendo, ma che possiedono una propria intrinseca vitalità oltre ad un elevato contenuto di professionalità, qualità e immagine, a conferire potenzialità di inserimento professionale in determinate produzioni artigianali tradizionali, tipiche o artistiche”.

“Inoltre – aggiunge Reina – verrebbe favorito lo sviluppo di produzioni di nicchia, dirette ad un mercato selezionato, con la realizzazione di manufatti di qualità che possano avere, quale fruitore, non solo il consumatore abituale, ma anche il turista occasionale e interessato. Insomma si tratterebbe di soldi spesi bene, che darebbero la possibilità di fornire un contributo orientativo per la realizzazione di esperienze di creazione di micro-imprese, incentivando la capacità imprenditoriale dei giovani sul territorio”.

IL PIANO DI SVILUPPO RURALE REVOCATO – Dal gruppo all’Assemblea regionale siciliana Lista Musumeci, la denuncia sul rischio della revoca del bando del “Piano di Sviluppo Rurale” (PSR) Sicilia 2007-2013, pubblicato in attuazione della Misura 421 “Cooperazione interterritoriale e transnazionale”, che ha stanziato la somma di oltre 13 milioni di euro.

Con una interrogazione i deputati Gino Ioppolo e Nello Musumeci denunciano che la revoca sarebbe stata decisa dall’assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari, Dario Cartabellotta, in virtù di una presunta dichiarazione di ‘non ammissibilità’ formulata dalla Commissione giudicatrice con modalità “non formali”.

“Una decisione simile – sottolineano Ioppolo e Musumeci – arrecherebbe un danno ingiustificabile e scandaloso, con effetti gravi per lo sviluppo economico della nostra Regione. Riteniamo, al contrario, che la Regione debba dare un impulso decisivo per procedere urgentemente alla conclusione delle procedure di valutazione dei progetti presentati e all’approvazione della relativa graduatoria, consentendo così che la notevole somma stanziata possa rendersi rapidamente disponibile e si possano realizzare gli investimenti previsti per i progetti presentati dai Gal, i Gruppi di azione della Sicilia”.

I parlamentari sottolineano, inoltre, come sia decorso più di un anno dalla presentazione dei progetti, senza che il procedimento amministrativo di verifica degli stessi sia arrivato a conclusione, definendo così l’ammissibilità degli aiuti richiesti e la relativa graduatoria.

“Una tale dilatazione dei tempi – hanno proseguito i due deputati – contrasta con l’urgenza che la grave crisi economica impone e con l’esigenza di promuovere lo sviluppo del territorio, rendendo rapidamente fruibili gli aiuti comunitari. Occorre scongiurare la revoca del bando e sbloccare le procedure”.

MUSEO MANDRALISCA – La spending review, adottata dal Governo Crocetta ha interessato anche centri culturali di grande interesse come il Museo Mandralisca, a Cefalù, eccellenza per l’archeologia, che rischia la chiusura. A fine aprile, la Fondazione Mandralisca deciderà se sbaraccare o meno la sede espositiva; tutto dipenderà dal bilancio regionale 2013, che verrà approvato entro il 30 aprile. Soltanto dopo quella data si deciderà cosa fare, in base ai fondi previsti nel bilancio regionale.

Sulla drammatica condizione di una delle più importanti istituzioni culturali siciliane interviene nuovamente Nello Musumeci: “La crisi del Mandralisca è il paradigma di una condizione drammatica diffusa in tutta la Sicilia. A causa dei tagli indiscriminati del governo Crocetta – spiega – decine di eccellenze culturali sono condannate alla prossima chiusura”.

Il parlamentare regionale aggiunge, inoltre, come l’intervento annunciato nei giorni scorsi dal Governo regionale, relativamente alle somme dovute per il solo esercizio 2012 “non fornisca alcuna prospettiva di garanzia sulla sopravvivenza di questa prestigiosa istituzione culturale”.

PICCOLE EMITTENTI TELEVISIVE – Lo stesso Musumeci, con una interrogazione, ha rivolto un appello al Governo regionale in favore delle piccole emittenti televisive presenti sul territorio siciliano, non solo in difesa di una cultura dell’informazione, ma soprattutto perché si tratta di piccole imprese in sofferenza, importanti anche per un mercato del lavoro, ormai alla frutta, in Sicilia.

“La Regione intervenga per sostenere le piccole e medie imprese siciliane titolari di emittenti televisive – dice Musumeci -. Diverse Regioni italiane hanno già provveduto a pubblicare i bandi per l’assegnazione dei fondi, propri e comunitari, destinati alle piccole e medie imprese che operano nel settore televisivo e che hanno dovuto affrontare spese non indifferenti per il passaggio dal sistema analogico al digitale terrestre”.

Ancora, Musumeci ribadisce che “specie in un momento di crisi come questo, occorre un reale sostegno a queste aziende, per favorire lo sviluppo tecnologico e l’aggiornamento professionale del personale”.

GESIP – I circa mille e 800 lavoratori a della Gesip hanno riaperto la speranza all’idea che forse ancora qualcosa si può fare. La Gesip, Gestione Servizi Impianti Pubblici Palermo SpA, è una società creata dal Comune di Palermo e da Italia Lavoro Spa, l’agenzia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per lo sviluppo dei servizi a favore dell’occupazione, che si occupa dei servizi di pulizia, manutenzione, verde pubblico, e altre opere municipali.

La speranza è legata all’accordo sulla Gesip tra il Ministero del Lavoro, il Comune di Palermo, la Regione siciliana e l’Inps per la società partecipata. Un accordo firmato dal Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dal governatore siciliano Rosario Crocetta, dall’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede e dalla dirigente generale al lavoro, Anna Rosa Corsello, alla presenza di Cgil, Cisl e Uil.

L’accordo prevede il pagamento dei primi quattro mesi dell’anno in corso con la Cassa integrazione e, a partire dal 2 maggio, il rientro in servizio di tutti i lavoratori all’interno di uno speciale bacino a disposizione del Comune per lo svolgimento dei servizi. Il costo delle mensilità sarà a carico del Comune e, per la parte relativa a contributi e assegni familiari farà carico alla Regione.

Soddisfatto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che dichiara: “Quanto approvato e siglato oggi a Roma ricalca l’accordo elaborato del Comune e sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali l’11 febbraio, a dimostrazione del fatto che quello, come abbiamo sempre detto, era l’unico piano possibile per muoversi in un quadro di regole e legalità.” “Questo accordo – conclude Orlando – riconosce una eccezionalità, ed è stato possibile proprio per quella eccezionalità: il fatto che, per la prima volta in Italia, un’Amministrazione comunale si faccia carico, in modo cospicuo, dei costi derivanti da un piano di questo tipo che integra diverse fonti di finanziamento ed innesca una collaborazione virtuosa fra diversi soggetti istituzionali.”

SANITA’ PUBBLICA PIU’ COSTOSA DI QUELLA PRIVATA – Il tema della sanità e della salute pubblica è caro al Movimento 5 Stelle che lancia una denuncia sui costi delle analisi cliniche che, nelle strutture pubbliche, costerebbero 4 volte in più rispetto alle strutture private convenzionate. Nel corso di un’audizione congiunta, tenuta dalle Commissioni Bilancio e Sanità dell’Ars, i deputati regionali del M5S, hanno espresso il loro parere sulla specialistica convenzionata esterna.

“Se i fatti fossero come sono stati esposti – afferma la deputatA M5S Claudia La Rocca –sarebbe una gravissima anomalia. Occorre subito verificare e individuare le eventuali responsabilità di quello che potrebbe prefigurarsi come un grave danno erariale”.

Il Movimento 5 Stelle chiede anche un cambio di passo del lavoro delle Commissioni “ridotto spesso a poco più che sterili centri di ascolto”. “È la terza volta – afferma Stefano Zito (nella foto a destra) – che questa gente viene ad esporre le stesse problematiche senza che dopo succedesse qualcosa. Non può funzionare così. Le commissioni devono tradurre le audizioni in fatti concreti per dare risposte nel più breve tempo possibile. La questione dei costi abnormi nel pubblico potrebbe essere un ottimo punto di partenza”.

MOTOPESCHERECCCI A GAS – Intanto, il vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana Antonio Venturino, del M5S, incontra l’assessore alle Attività produttive, Linda Vancheri, per una proposta volta all’utilizzo di risorse naturali come carburante, e cioè la possibilità della conversione dal gasolio al gas criogenico LNG per i pescherecci siciliani.

“In un grave momento di crisi economica, in cui il costo dei carburanti assume la voce più rilevante per l’economia del comparto pesca – afferma Venturino – la Regione Sicilia, essendo a Statuto speciale potrebbe, con semplicità, applicare una deroga normativa sull’utilizzo del LNG ovvero il Gas Naturale Liquefatto, sia a terra che a bordo. A guadagnarne sarebbero, oltre che la nostra economia, anche l’ambiente dato il bassissimo impatto che la conversione a questo sistema di combustione potrebbe portare”.

Si tratta, in sostanza, di adeguare i motori a gasolio dei pescherecci a un sistema di conversione della combustione dal gasolio, per l’appunto, a un gas che, stoccato ad altissima pressione, viene reso liquido e quindi combustibile. Una serie di sperimentazioni rendono tale sistema una valida alternativa ai combustibili tradizionali, economica in termini di costi, consumi ed impatto ambientale.

Al momento, inoltre, a livello nazionale diverse sono le società che operano per l’applicabilità del sistema per la conversione e l’approvvigionamento in porto. Società in grado di proporre agevolazioni fiscali per aziende che utilizzano l’LNG come combustibile e aiutino lo Stato Italiano a rientrare nei parametri imposti dal “Protocollo di Kyoto” sulle emissioni inquinanti.

Venturino e il presidente della Commissione Ambiente all’Ars, Giampiero Trizzino, hanno incontrato la disponibilità dell’assessore Vancheri a volere, in tempi brevi, impegnarsi sull’applicabilità della proposta.

“Con una piccola modifica normativa potremmo – conclude Venturino – poter dare una grande boccata d’ossigeno ad un comparto praticamente strozzato dagli altissimi costi dei carburanti. A beneficiarne sarebbe, manco a dirlo, l’ambiente marino, oggi fortemente minato dall’inquinamento da idrocarburi”.

LE SANZE DI OLIVA DA PROBLEMA A RISORSA ENERGETICA – Sul tema dell’utilizzo di risorse naturali, o meglio, del riutilizzo di materiali di scarto per la produzione di energia pulita, interviene il deputato del Pdl Giorgio Assenza con una mozione all’Ars, in cui si impegna il Governo della Regione a intervenire presso quello nazionale con iniziativa finalizzata all’applicazione di una norma compresa in un decreto legislativo (il 152 del 2006), per il riconoscimento di sottoprodotto che comporterebbe un corretto utilizzo delle stesse.

“Le sanse di oliva, al momento, risultano un problema a cominciare dal loro smaltimento. Al contrario, sarebbero una risorsa da non sottovalutare – dice Assenza -. Il primo utilizzo corretto lo si troverebbe con certezza nel campo della produzione di energia pulita. Mentre, il loro smaltimento, a oggi, è addirittura e spesso causa di inquinamento”.

Questo problema, in Sicilia, è particolarmente sentito in quanto la filiera olivicola-olearia riveste una notevole rilevanza dal punto di vista economico e produttivo.

“Il riconoscimento normativo – sostiene Assenza – permetterà il loro utilizzo tra le biomasse combustibili così come in processi produttivi alternativi. E tutto ciò deve anche esser realizzato in fretta, vista l’imminenza della stagione olearia in Sicilia”

Plauso da parte degli indipendentisti di “lu Frunti Nazziunali Sicilianu” (Fronte Nazionale Siciliano) alla battaglia vinta dal Presidente Rosario Crocetta per l’articolo 37 dello statuto speciale siciliano. L’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto speciale siciliano prevede che spettino alla Sicilia le imposte pagate dalle imprese con stabilimenti nell’Isola ma con sede legale altrove.

Rivendicato dal presidente Crocetta, e riconosciuto dal Governo nazionale, dopo 67 anni di battaglie, è una conquista per gli Indipendentisti del Fronte. Il FNS “Sicilia Indipendente” ritiene che sia molto importante il fatto che, oggi, le ragioni del Diritto siano prevalse sulla prassi, arrogante ed “illegale”, di negare il valore ed i significati dei contenuti dell’art.37. Spesso, con la complicità e/o con il “NON FACERE” degli ambienti partitici e della stessa “classe” politica siciliana.

In un documento si dichiara: “Diamo atto al Presidente CROCETTA di avere, quantomeno, interrotto tale prassi e di avere manifestato la volontà di imprimere una inversione di tendenza al rapporto Stato-Regione Siciliana. E con lo Statuto alla mano. Cogliamo l’occasione, tuttavia, per sottolineare che l’ultimo comma del predetto articolo prescrive: “L’imposta relativa a detta quota compete alla Regione ed è riscossa dagli Organi di riscossione della medesima”. Speriamo che anche questa disposizione trovi rapido e completo adempimento …senza passare da “FORCHE CAUDINE” o da lungaggini di vario tipo. Dovremmo chiedere adeguate garanzie”.

“È doverosa una ulteriore considerazione. Non si è parlato delle quote di reddito spettanti alla Regione Siciliana per gli anni precedenti. Si tratta di un credito di notevole importo, sulle cui modalità di recupero si potrà discutere. Ma non si potranno fare sconti. Un eventuale comportamento rinunciatario o remissivo, nei confronti del suddetto credito, da parte della Regione Siciliana, sarebbe illegittimo, costituirebbe una ulteriore violazione di Statuto. E, dal punto di vista politico, costituirebbe un vero e proprio tradimento di quelli che sono gli interessi ed i diritti fondamentali del Popolo Siciliano”.

“Sull’utilizzo di questo “tesoretto ritrovato” non va dimenticato il dovere, da parte della Regione Siciliana, di utilizzarlo, totalmente o per la maggior parte, in “SPESE DI INVESTIMENTO”. E, cioè, da destinare a VERI POSTI DI LAVORO, da creare attraverso la promozione di attività produttive e capaci di stare sul mercato. Senza trascurare la necessità di agire nel quadro di una STRATEGIA SICILIANA PER L’ECONOMIA SICILIANA (che, peraltro, continua a mancare, nonostante la retorica imperante).

Non si possono ignorare le responsabilità di quanti, con il loro comportamento politico ed istituzionale, hanno impedito che il predetto articolo 37 dello Statuto, sin dal 15 maggio 1946, venisse attuato. Responsabilità che diventarono, e rimangono ancora più gravi, a seguito della entrata in vigore, il 1° gennaio del 1948, della Costituzione della Repubblica Italiana, quando lo Statuto Siciliano fu riconosciuto come parte integrante della stessa. Chi, per 65 anni, non ha applicato lo Statuto Siciliano, tradendo il PACTUM che ne era e ne è ALLA BASE, ha violato, infatti, la Costituzione Italiana”.

“Con l’applicazione dell’art.37 si risolveranno tutti i problemi, angosciosi e gravissimi, del Popolo Siciliano? O almeno quelli del tradimento del PACTUM sul quale è fondato lo Statuto? O quello della crisi economica, morale, politica ed occupazionale che attraversa la Sicilia? No, certamente! Ma – attenzione! – stiamo comunque vivendo un momento eccezionale, pur restando in vigore la nostra condizione “neo-coloniale” (dalla quale dobbiamo uscire prescindendo da ogni altra considerazione). Il Governo centrale, infatti, ha “RICONOSCIUTO” uno dei grossi crediti che il Popolo Siciliano vanta nei confronti dello Stato italiano. Non è tutto, ma non è poco ….” Così viene dichiarato nel documento del FNS “Sicilia Indipendente” a firma del Presidente Corrado Mirto e del Segretario politico Giuseppe Scianò.

Giuseppe Messina

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