Scioperano per quattro ore davanti all’officina meccanica di via Plebiscito, il prossimo 21 aprile, i dipendenti dell’azienda Amt. A decidere la protesta i sindacati delle sigle Fast-Confsal, a fianco dei lavoratori della good company comunale guidata dal presidente Carlo Lungaro. La vertenza dei dipendenti, iniziata lo scorso marzo, non dà segni di arrestarsi davanti alle promesse che, nel frattempo, sono pure arrivate dai vertici della ditta municipalizzata del Comune di Catania. Il nodo dell’agitazione è l’ipotesi dei licenziamenti che potrebbero essere dettati dalla crisi di liquidità a disposizione dell’Amt. Motivo per il quale, alla fine del mese scorso, la compagnia comunale del trasporto pubblico ha ridotto il numero delle corse – per lo più quelle relative alle periferie -, ha diminuito gli interventi di manutenzione sui mezzi e ha chiesto maggiore flessibilità sugli orari di lavoro ai dipendenti. Una misura determinata da soldi che l’azienda vanta da Palazzo degli elefanti e dalla Regione Siciliana, rispettivamente per 22 e 35 milioni di euro.
Preoccupato per la situazione, questa mattina il presidente della commissione consiliare alle Aziende municipalizzate Michele Failla ha incontrato insieme ai colleghi il presidente Lungaro e il vicesindaco Marco Consoli. Appuntamento fissato in seguito a un precedente tavolo tecnico con lavoratori e sindacati. «Se ci fossero problemi di equilibrio finanziario è chiaro che si dovrebbe procedere a dei licenziamenti, verosimilmente a partire dai neoassunti ma – spiega il consigliere – Lungaro ha garantito che i lavoratori non corrono rischi». Una dichiarazione messa a verbale «che ci dà una base di sicurezza, almeno sull’ufficialità dell’affermazione», continua Failla. Le notizie non proprio floride sui soldi a disposizione di Amt «le conosciamo tutti ma – prosegue Failla – pare che il governo nazionale avrebbe intenzione di destinare un cospicuo finanziamento per l’acquisto di nuovi mezzi».
Diverse soluzioni ai problemi finanziari dell’Amt le prospettano i sindacati. «Bisognerebbe aumentare i ricavi dell’azienda combattendo chi sale sull’autobus senza biglietto, riorganizzare il servizio e razionalizzare il costo delle manutenzioni», spiega il sindacalista Giovanni Lo Schiavo. Proposte, quelle delle sigle etnee, che si aggiungono a quelle delle commissione comunale guidata da Failla: «Evitare i problemi legati a reperire i biglietti, a obliterarli, diminuendo pure l’ingresso in città dei bus turistici che – continua – potrebbero fermarsi nei parcheggi scambiatori, incentivando così l’uso dei mezzi pubblici».
Sui problemi finanziari della ditta, però, c’è l’ombra di investimenti economici su consulenze professionistiche esterne, promozioni interne e la destinazione di 200mila euro al servizio di vigilanza interno agli autobus. Contattato da MeridioNews, Lungaro sottolinea «la sterilità della polemica». «Nessuno sarà licenziato, anzi – spiega il presidente – stiamo trattando per il rinnovo del contratto ai dipendenti». E sull’impiego dei vigilantes afferma: «Costano solo 12 euro l’ora e, da quando li abbiamo assunti, abbiamo fatto ottomila multe e recuperato 500mila euro». Mentre sui professionisti esterni e sulle promozioni interne commenta: «Le prime sono consulenze legali perché mi devo difendere, le seconde rientrano nelle normalissime dinamiche aziendali».
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