Si avvia alla conclusione il lungo contenzioso che vedeva contrapposti i vertici dell’azienda municipale dei trasporti, da un lato, e la Regione Sicilia dall’altro. L’assemblea regionale siciliana ha infatti riconosciuto il debito fuori bilancio per gli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, per un ammontare totale di otto milioni di euro. Ai quali si aggiungono altri due milioni trecentomila euro per il 2016, e le somme per il recupero della quarta trimestralità mancante del 2014. In totale, quindi, le casse della partecipata comunale potranno contare su circa dieci milioni, che serviranno soprattutto a pagare gli stipendi pregressi dei lavoratori.
Nel 2012 l’azienda era infatti ricorsa al tribunale amministrativo regionale a causa del mancato riconoscimento dei contributi che secondo Palazzo d’Orleans non andavano versati. L’Amt si era rivolta ai giudici alla luce del cosiddetto doppio taglio, ovvero una decurtazione dei contributi regionali, ritenuta illegittima perché maggiore rispetto a quella applicata alle altre società dei trasporti delle altre province. «Un bel risultato – ha commentato a MeridioNews il presidente Puccio La Rosa – Questi fondi permetteranno finalmente di guardare a quella programmazione che avevamo avviato con una certa sicurezza». «Ringrazio i deputati Sammartino e Sudano e i gruppi di maggioranza che hanno sostenuto questa idea», conclude La Rosa.
La scelta, oltre a esser stata salutata positivamente dal sindaco Enzo Bianco, ha suscitato grande soddisfazione da parte delle sigle sindacali. Prima tra tutte la Fast Confsal che, questa mattina, ha inviato una nota dai toni entusiastici. «Si tratta di una vittoria di tutti i dipendenti – scrive il sindacato – che sacrificando giornate dalla propria retribuzione per gli scioperi effettuati nei mesi scorsi, hanno creduto alle nostre battaglie». «A questo punto – conclude il segretario regionale Giovanni Lo Schiavo – l’azienda, anche con l’arrivo dei nuovi autobus già in esercizio, può puntare ad un serio piano strategico di sviluppo che possa vedere protagonisti soprattutto i lavoratori».
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