Amt, biglietti extralarge in edizione limitata La sfida: «E tu, ce la fai a timbrare?»

Quasi una lotteria. Senza premi, ma con i biglietti. Quelli targati Amt. Sono 499 i catanesi che in questi giorni hanno già in tasca o troveranno nelle rivendite autorizzate dei ticket particolari per viaggiare sugli autobus urbani. Uno se lo sono già aggiudicato i redattori di CTzen. Nessuna iniziativa da parte dell’azienda metropolitana trasporti catanese, ma solo un errore nella stampa. Almeno un lotto da 500 biglietti è infatti più largo di quelli standard: qualche millimetro in più che costa solo un po’ di fatica per obliterarlo in alcune macchinette e rende invece impossibile timbrare almeno in un tipo, quelle verdi. Non le più nuove, ma nemmeno il modello più antiquato. «L’importante è che non sia falso – spiega un addetto Amt – Se poi si dovesse prendere una multa per non aver timbrato, si viene qui e la si fa annullare». Ufficio di via Sant’Euplio, dove «se il biglietto è più largo, ce ne accorgiamo pure noi».

Sono le dieci del mattino di lunedì. Su un mezzo della linea 429 si crea una piccola calca intorno alla macchinetta obliteratrice. Una signora prova e riprova ma proprio non riesce. C’è chi sbuffa, chi alza gli occhi al cielo, chi dice a mezza voce «vabè, ma su non c’ha fa…». «Scusi, permette?», si intrufola un signore scocciato. Inserisce il suo biglietto e via: la dispettosa macchinetta oblitera in un lampo. La signora, imbarazzata, sta per rinunciare. Quando la ragazza, in fila dopo di lei, resta nuovamente bloccata. «Ma questo biglietto è più grande!», esclama. E pure quello di una coetanea ancora dopo. «Chist’è bella», risponde scettico un anziano signore accanto. Le ragazze si rivolgono al controllore. Che sembra fermarsi a riflettere se questa scusa l’ha già sentita o meno. In soccorso alle due viene l’antico spirito etneo che non permette a nessuno dei suoi cittadini di farsi i fatti propri. «Signorina, ma non è uguale al mio?», mette in dubbio la vicina, con il proprio ticket regolarmente timbrato. Sembra uguale ma, misurato, il biglietto extralarge eccede di qualche millimetro in larghezza. E così, non entra nella macchinetta.

Incuriositi, decidiamo di condurre un esperimento. Su quattro rivendite del centro storico interpellate, due hanno i biglietti maxi e due ancora quelli normali. «Io li ho presi la settimana scorsa e sono quelli soliti – spiega il proprietario di un bar in via Vittorio Emanuele – Questi devono essere recentissimi». La particolarità incuriosisce pure lui, che decide di chiamare l’Amt. «Un biglietto più grande degli altri? No, non è normale», la risposta. Un tabacchi pochi metri dopo ha invece la versione extralarge. «Se scegli la consegna a domicilio te ne portano uno stock intero da 500 – spiega la proprietaria – Altrimenti vai a prenderli tu. Io ne avrò presi un centinaio». I ticket in edizione limitata sono quindi sparsi per la città.

Ma non funzionano con tutte le macchinette. Quelle dove è impossibile timbrare sono di colore verde. Le altre, gialle e arancioni, più o meno nuove, permettono l’inserimento del biglietto. Seppur a fatica. «Dev’esserci stato un errore nella stampa – spiega un addetto Amt – Ma l’azienda non ci fa caso, per loro l’importante è che siano originali». E il nostro bigliettone lo è. L’impiegato fa la prova con un’apposita macchinetta, simile a quella usata per controllare le banconote. La filigrana sul retro dei ticket, in fondo, è la stessa. «Semmai dovessero elevare un verbale per questo motivo, basta venire qui in ufficio e farlo annullare – continua – Se se ne accorge lei che sono più larghi, ce ne accorgiamo pure noi». Come si possa multare qualcuno con un biglietto regolare ma più grande del dovuto, resta un mistero. E anche un business per i furbetti. Perché la vera specialità del biglietto sta tutta qui: utilizzabile innumerevoli volte. Anche come attrazione.

[Video realizzato con un telefono cellulare]

[Foto di Ciccio Pizzettaro]

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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