Amministrative, grandi assenti i simboli di partito Collesano: commissario riflette sulla candidatura

I nomi non sono ancora permeati dall’ufficialità, che si avrà tra un paio di settimane, ma è una tornata elettorale all’insegna delle liste civiche quella che vedrà coinvolti 26 Comuni nella provincia di Palermo il prossimo dieci giugno. Complice anche e soprattutto la dimensione dei centri chiamati alle urne: solo Partinico, infatti, supera i 15 mila abitanti di dimensioni e potrebbe rappresentare un buon banco di prova per i big che potrebbero testare sul campo la propria popolarità dopo le ultime elezioni amministrative, regionali e politiche, che invece hanno tracciato un’importante inversione di tendenza, registrando un verticale calo dell’appeal di molti grandi partiti, la rinascita di altri e l’exploit del Movimento cinque stelle, che in Sicilia ha messo a segno un vero e proprio cappotto in chiave nazionale.

Chi ha tutta l’intenzione di beneficiare dei buoni risultati ottenuti è la Lega. Noi con Salvini non avrà liste con il proprio simbolo, ma l’intenzione è chiara: «Vogliamo incrementare il 5,8 per cento conseguito in provincia di Palermo – spiega a MeridioNews il responsabile per la Sicilia Occidentale Alessandro Pagano – E per fare questo abbiamo bisogno di fare sentire la nostra presenza sul territorio, perciò puntiamo ad avere più nomi possibile all’interno delle liste civiche in tutti i Comuni al voto». Alla domanda sulla possibilità di avere un sindaco leghista in un Comune del Palermitano, l’ex senatore è sibillino: «Accadrà quando Dio lo vorrà».

La stessa strategia, seppur sul fronte opposto, sarà adottata dal Partito democratico. Il suo segretario provinciale, Carmelo Miceli, fresco di elezione alla Camera dei deputati, non nasconde il momento non particolarmente felice per i Dem. «Siamo abbastanza sereni – dice Miceli – Stiamo lavorando ai nomi e ci stiamo muovendo abbastanza bene sul territorio, pur sapendo che al di sotto dei 15mila abitanti le liste non sono mai completamente del partito. Una cosa che sta accadendo, ma era una necessità, è quella di aprirsi maggiormente alla società civile, perché dobbiamo capire che da qualche parte abbiamo sbagliato e da soli non siamo autosufficienti. Stiamo provando dunque a creare liste non condizionate dal dovere usare il simbolo, come accaduto con il modello Palermo, che guardino alla società civile, dove stiamo provando a recuperare consenso per potere risultare vincenti e convincenti». Un po’ più complesso il discorso che riguarda il centro più grande. Se a Campofelice di Roccella, per esempio, il Pd può vantare un sindaco uscente e si può permettere serenamente di puntare su Caterina Caravella, avvocata già assessora nel Comune madonita, a Partinico si soffre la frammentazione del circolo frutto di anni di dissidi interni e prettamente legati al territorio, sui quali poco si può fare dall’alto.

«A Partinico – spiega il deputato – veniamo da una situazione molto convulsa con le dimissioni del sindaco prima della scadenza naturale per potersi candidare – con scarso successo ndr – alle Regionali, le dimissioni della segretaria e una conflittualità interna molto particolare, per questo abbiamo deciso di non dare il simbolo e pensare a una ricostruzione che deve passare per una rivisitazione completa del circolo locale. Lì sfortunatamente avremo una divisione in più anime: una parte andrà con la vecchia compagine e punterà sulla candidatura a sindaco del presidente del Consiglio uscente, Filippo Aiello; una parte andrà con Mauro Nicolosi (sostenuto da Leu ndr) e un’altra ancora con Maria Grazia Motisi (assessora dell’amministrazione uscente ndr)». Ma la corsa al Comune partinicese non sembra facile per nessuna compagine, tant’è che solo pochi giorni fa la rosa dei candidati a sindaco sembrava essere incredibilmente folta, con Maurizio De Luca sostenuto dalle liste del centrodestra e il Movimento cinque stelle che avrà una propria lista capitanata da Gaetano Costanzo.

E i cinquestelle saranno in scena anche a Campofelice, dove contenderanno la sindacatura a Caterina Caravella, come già detto e all’ex deputato regionale Peppuccio Di Maggio, già assessore provinciale e figura molto nota del centrodestra nella cittadina madonita. Madonie che annoverano tra i Comuni al voto anche Collesano, dove oltre ai candidati sono l’ex sindaco Giovanni Battista Meli, Vincenzo Sabatino e Michele Iannello, tutti sostenuti da liste civiche, si affaccia la possibilità di un caso più unico che raro: la candidatura di Domenico Mastrolembo Ventura, nominato dalla Regione commissario straordinario del paese dopo la sfiducia del Consiglio al sindaco. Mastrolembo Ventura avrebbe dovuto traghettare il Comune madonita alle elezioni da burocrate, invece ha già annunciato la propria discesa in campo e si sta muovendo per riuscire a mettere insieme i nomi per formare una lista. 

Gabriele Ruggieri

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