L’unico Comune in cui andranno al ballottaggio è quello di Scordia, mentre a Campofranco mancano il risultato di 31 voti (e portano a casa quattro consiglieri comunali). Non è decollato in questa tornata elettorale il Movimento 5 Stelle, che non è riuscito a convincere nessuno dei 37 Comuni in cui ha presentato le liste. «Cresce la famiglia dei consiglieri comunali» secondo Giancarlo Cancelleri. «Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno», gli fa eco Salvatore Siragusa. Ma, anche a volere essere ottimisti, si fatica a vederlo realmente mezzo pieno. I cinquestelle eleggono un consigliere a Floridia, due a Erice, Sciacca e Trapani, cinque a Palermo e Casteltermini, uno a Balestrate, Palma di Montechiaro e Misterbianco. Ancora in bilico la ripartizione dei seggi a Termini Imerese (da tre a quattro consiglieri), Avola (da uno a due consiglieri), Paternò (da tre a quattro consiglieri).
«Un momento di riflessione ci deve essere – ammette Siragusa – anche se il Movimento ha sempre avuto alti e bassi negli anni, quasi come se fosse un evento ciclico che si deve ripercorrere. È chiaro che le amministrative sono un terreno particolarmente complicato, ma il dato di Santa Flavia, ad esempio, rincuora, perché si tratta di un Comune molto vicino a Bagheria, che ha un’amministrazione cinquestelle. Lì il nostro candidato è arrivato terzo: là dove il cittadino ha modo di verificare il funzionamento di una nostra amministrazione si lascia meno influenzare dai mass media nazionali». Siragusa riconosce anche che «nessuno si immaginava di stravincere in tutti i posti», aggiungendo che «si è lavorato per cercare di fare bella figura».
«È indubbio – dice Cancelleri – che rispetto alle passate amministrative questa tornata è andata peggio, c’è una piccola delusione in questo senso. Ma penso anche che successi e fallimenti appartengono alla stessa storia di ciascuno di noi, nella vita come nella politica. Per vincere devi toccare terra e impolverarti, ma devi anche imparare a non mollare, alle regionali non sarà la stessa storia». E anche lì, il percorso non sembra essere in discesa, non soltanto per il timore dell’effetto Palermo, ma anche per le crepe che le amministrative lasciano all’interno del movimento.
«Le vicende di Palermo – taglia corto Cancelleri – le ho lette sui giornali, per quanto mi riguarda non c’è nessuna spaccatura, il gruppo parlamentare all’Ars è molto compatto». Eppure i rapporti col gruppo di Riccardo Nuti non sembrano essere esattamente idilliaci. «Dialoghiamo in termini lavorativi – aggiunge il leader dei pentastellati all’Ars – quando è necessario fare delle cose insieme. Diciamo che siamo due gruppi autonomi che lavorano in maniera sinergica».
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