Amed, il parcheggiatore che ha parlato dell’Isis Volontari: «Non frequenta nemmeno la moschea»

«Se dovessi parlare di persone stabili, probabilmente non parlerei di lui». Amed, il 23enne intervistato dalla trasmissione di La7 L’aria che tira, è stato rintracciato ieri sera dalla polizia. Le sue dichiarazioni – «I francesi hanno ucciso i nostri popoli, io sono d’accordo con chi ha ucciso i francesi» – hanno alzato un polverone che fatica a calmarsi. Soprattutto per via della frase finale: «Guarda, giuro, 8 dicembre c’è qualcosa penso a Roma. Lo hanno detto su Facebook». Un’affermazione che è stata interpretata come l’annuncio di un attacco terroristico anche in Italia. «Non credo che ci sia un problema di terrorismo. Credo che ci sia, invece, una persona che davanti a una telecamera ha detto delle cose rappresentative di nulla». A sostenerlo è Emiliano Abramo della Comunità di sant’Egidio di Catania. Che il giovane Amed lo conosce da anni. «Lo abbiamo incrociato nel corso delle nostre attività – dice – alle quali lui non ha mai partecipato. Lavora come parcheggiatore abusivo da queste parti».

«Non frequenta né la moschea né le iniziative delle moschee – continua Abramo – Traffica in questa zona, nel senso che ci risulta che abbia dei piccoli precedenti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Sicuramente è esterno alla comunità islamica e ai circuiti della vita catanese». Una versione confermata anche da Keith Abdelhafid, imam e presidente della comunità islamica di Sicilia. È lui a essere a capo della moschea della Misericordia, quella indicata dallo stesso Amed nel servizio televisivo andato in onda. «Una trasmissione combinata per danneggiare l’immagine dell’Islam ed è servita ad alimentare il clima d’odio nei nostri confronti – afferma Abdelhafid – E quello che ha fatto stamattina Forza nuova ne è conseguenza e dimostrazione». Il riferimento della guida spirituale è ai poster che sono stati incollati, la scorsa notte, anche davanti alle porte della moschea di piazza Cutelli. «Islamic occupied area – War zone», c’era scritto. Tradotto: «Area occupata dagli islamici – Zona di guerra».

L’imam, sostiene, Amed non l’ha mai visto tra i fedeli. «Sono stato dalle forze dell’ordine, mi hanno chiesto se lo conoscessi. È un estraneo, lontano dalla nostra comunità – racconta – Non l’ho mai visto, quindi non penso che sia una persona religiosa». Il 23enne, forse di origini tunisine, è stato trovato ieri dalla polizia etnea. La sua posizione è ancora in fase di valutazione. Dalla questura non confermano né smentiscono, ma della presunta pericolosità di Amed – rimbalzata su diversi media nazionali – non sarebbero arrivate certezze.

Luisa Santangelo

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