Arrestato ieri sera dai carabinieri della compagnia di Paternò l’adranita Agatino Scalisi, il secondo barelliere coinvolto nell’inchiesta Ambulanza della morte. Lo scorso 25 novembre Scalisi era stato condannato a 30 anni di carcere, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni nei confronti delle parti civili. A emettere la sentenza il gup del Tribunale di Catania Carla Valenti. Scalisi era stato giudicato con rito abbreviato.
L’uomo è stato riconosciuto dell’omicidio di una 80enne di Biancavilla, Maria Giardina, avvenuto nell’aprile del 2014. In un primo procedimento con il rito ordinario, un altro imputato, Davide Garofalo, è stato condannato all’ergastolo perchè accusato di tre omicidi. «Ricorreremo in appello – ha detto il legale di Scalisi l’avvocato Antonino Tomaselli – perché nel corso della discussione sono emerse molte contraddizioni. Aspettiamo intanto di conoscere le motivazioni di questa sentenza per capire il perimetro nel quale si è mosso il giudice».
Secondo l’accusa Scalisi e Garofalo, a bordo di un’ambulanza privata, avrebbero fatto morire con un’iniezione d’aria in vena pazienti terminali, dimessi dall’ospedale biancavillese, nel tragitto verso le loro abitazioni. In questo modo, si sarebbero accaparrati il sevizio funebre ricevendo denaro dall’agenzia. Il tutto sarebbe avvenuto nell’interesse dei clan mafiosi.
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