«Dal 2015 ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno per i venditori ambulanti stranieri è diventato più difficile, vengono chiesti documenti che i venditori ambulanti non erano abituati a procurare». Non usa giri di parole Bijou Nzirirane della Cgil immigrati per sottolineare la situazione problematica in cui si trovano i lavoratori. Per questo motivo, i sindacati – oltre alla sigla aderente alla Camera del Lavoro, anche Anolf Cisl Palermo e Uil immigrati – hanno inviato una lettera alla prefetta, al questure e al sindaco di Palermo per chiedere un incontro e trovare soluzioni. Già a giugno le organizzazioni avevano chiesto l’apertura di un tavolo, senza però avere avuto risposta.
Una delle questioni centrali è connessa al reddito necessario per ottenere il permesso di soggiorno. Troppo alte le soglie previste, che equivalgono per le singole persone alla somma delle mensilità degli assegni sociali, circa 5.500 euro, più la metà della somma per ogni parente convivente. «L’ammontare che ci viene chiesto per la dichiarazione dei redditi è troppo alto – dice Kamal El Karkouri, dell’associazione degli ambulanti -, inoltre capita che ci vengano forniti parametri diversi per la singola persona da Questura e Prefettura. Poi ci sono altri problemi, legati all’amministrazione comunale, come quello relativo alle vie nelle quali è consentito a noi ambulanti di lavorare, oggi troppo poche e nascoste. Se non lavoriamo non possiamo raggiungere le soglie minime di reddito necessarie per la richiesta dei documenti. Anche in questo senso occorre trovare una soluzione condivisa con le istituzioni competenti».
Ma quali sono le richieste dei sindacati? Tra queste figura il rilascio dei permessi di soggiorno, il rinnovo e la valutazione delle richieste di carta di soggiorno a seguito di accordi con le amministrazioni, anche a seguito di accordi con le amministrazioni volti a sanare eventuali posizioni irregolari pregresse. Le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil, inoltre, propongono che si valuti il rilascio di permessi di soggiorno per attesa occupazione almeno per l’effettiva durata di un anno agli stranieri che non sono in grado di comprovare un reddito sufficiente al rinnovo del permesso per motivi di lavoro autonomo. Tra le proposte, poi, c’è quella di consentire il rinnovo dei permessi di soggiorno delle persone in attesa di occupazione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo.
Ma non sono soltanto le questioni strettamente burocratiche a preoccupare i sindacati. Tra le richieste, infatti, figura anche la garanzia del diritto alla comprensione linguistica dei provvedimenti e delle dichiarazioni fatte firmare agli immigrati. «Serve un percorso che consenta di regolarizzare queste pratiche – dice ancora Bijou Nzirinane -. Si tratta di un problema sociale che deve essere risolto. Non avere il permesso di soggiorno non aiuta nessuno, diventa un danno per la sicurezza, all’integrazione e rende la città meno accogliente».
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