Entro la fine dell’anno un nuovo impianto per la depurazione del percolato vedrà la luce a Palermo, nel sito di Acqua dei corsari. L’opera sarà realizzata dall’Amap con fondi propri – in parte risorse già accantonate dal Comune -, ma a trarne i benefici sarà soprattutto la Rap che così abbatterà i costi sostenuti per lo smaltimento del liquido che si forma tra i rifiuti nella discarica di Bellolampo. Fino a oggi, infatti, la controllata del Comune ha speso oltre 7 milioni di euro l’anno per il trattamento: nel 2018 sono state prodotte circa 100 mila metri cubi di percolato tra vasche vecchie e nuove, fanno sapere da piazzetta Cairoli. L’obiettivo è di abbattere la spesa di almeno un terzo, riducendo se non addirittura azzerando il trasferimento a ditte esterne, alcune persino fuori regione, con alti costi per il trasporto. Per l’amministratrice unica dell’Amap, Maria Prestigiacomo, questo è «un importante progetto che è parte del piano di sviluppo industriale dell’azienda, e che permetterà una riduzione dei costi sostenuti complessivamente dal sistema delle aziende del Comune di Palermo».
«Questo è un impianto importantissimo per la Rap» ribdisce l’amministratore unico della Rap Giuseppe Norata per il quale l’impianto «sarà più utile a noi che all’Amap, anche se servirà per migliorare l’attività del potabilizzatore». In effetti, la nuova struttura a regime (con una portata di circa 50 mila metri cubi annui) potrà trattare metà del percolato prodotto in città: la discarica alle porte di Palermo, produce tra i 90 e i 97 mila metri cubi. «Ogni anno spendiamo 5-7 milioni di euro per le operazioni di trattamento – prosegue Norata -, un costo che non verrebbe dimezzato in proporzione, ma sicuramente ridotto, almeno di un terzo, perché verrebbe smaltito qui». Attualmente, il percolato viene trattato in buona parte in siti siciliani, ma, quando sono saturi, viene spedito persino a Lamezia Terme, in Calabria. Un fenomeno, quello del percolato, che va costantemente monitorato perché, soprattutto in presenza di forti piogge, richiede maggiori controlli.
«Purtroppo il percolato è una ‘brutta bestia’ – osserva Norata -, e non si può aspettare. Come in questi giorni, a causa delle copiose precipitazioni le vasche di riserva sono quasi colme. E occorre gestite correttamente per evitare qualunque pericolo di sversamento». Per quanto riguarda la tempistica, nei giorni scorsi è stata avviata la procedura di autorizzazione integrata ambientale (Aia) e di valutazione di impatto ambientale (Via). Una volta ottenuti i due ok, l’Amap pubblicherà il bando per la gara d’appalto. Dall’aggiudicazione dei lavori occorrono, però, almeno due anni di interventi per la messa in funzione del nuovo sito. «Ancora non sappiamo se il piano va aggiornato – spiega l’amministratore unico di Rap -, dopo di che si dà il via alla gara. Ad ogni modo, spero che il progetto parta prima della fine dell’anno. A breve ci sarà un nuovo incontro con la presidente Prestigiacomo per fare il punto» aggiunge.
In attesa della realizzazione del nuovo impianto i palermitani, però, soffrono ancora per una raccolta, soprattutto in alcune zone della città, drammaticamente a rilento. Secondo Norata, superata l’emergenza del periodo natalizio, permangono alcune criticità, dovute per lo più a una «carenza del personale». In affanno anche sul fronte dello spazzamento e per il ‘porta in porta’. Più tragica la situazione per i rifiuti ingombranti: «Fino al 31 dicembre la piattaforma dove venivano conferiti gli oggetti si trovava a Palermo e la ditta ci aiutava anche nel processo di raccolta. Oggi, però, si trova ad Agrigento – conclude – soffriamo un po’ e dobbiamo implementare i nostri mezzi e le unità del personale».
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