Dopo il presidente del Senato Piero Grasso, i lavoratori di Almaviva incontrano anche Maria Elena Boschi. La ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, a Palermo per partecipare all’iniziativa La nuova Italia, organizzata dal Partito Democratico, ha voluto incontrare una decina di operatori, presenti all’ingresso, che da giorni manifestano per scongiurare i 2988 licenziamenti annunciati dall’azienda in tutta Italia: 1670 a Palermo, 918 a Roma e 400 a Napoli. Durante l’incontro, i lavoratori hanno sottolineato che la recente mediazione governativa del Mise, racchiusa nella bozza di accordo proposto ai sindacati, è stata rigettata dal 95% dei lavoratori consultati, perché avrebbe condannato tutti (e in modo particolare il sito di Palermo) alla cristallizzazione dei licenziamenti a distanza di pochi mesi e avrebbe costituito comunque un peggioramento delle condizioni reddituali dei lavoratori.
I lavoratori hanno ribadito l’urgenza di intervenire con azioni concrete da parte del governo su temi come gli ammortizzatori sociali strutturali di settore (art.20 del Job’s Act), applicazione del 24bis e delle regole attualmente non applicate nel settore, un contrasto vero alle gare al massimo ribasso e una politica industriale di rilancio per un settore che in Italia conta 80.000 addetti. «A proposito di interventi del governo – si legge in una nota della Slc Cgil – al Ministro Boschi abbiamo ricordato con quanta solerzia e velocità si sia intervenuto sul decreto Salvabanche. La Boschi, seppur non avendo competenze specifiche sul settore, si è detta consapevole dello stato della vertenza, dei problemi del settore, degli recenti accadimenti e come rappresentante del Governo si farà carico di quanto esposto dalla nostra delegazione al vice ministro Bellanova in modo da poter avere già avanzamenti al tavolo ministeriale fissato per il prossimo 24 Maggio».
Ieri sera, infatti, la Bellanova ha annunciato su Twitter un nuovo tavolo al ministero per affrontare i nodi della vertenza ed evitare così i licenziamenti annunciati dall’azienda. «Il sottosegretario Faraone ha dichiarato che dopo l’ultimo tavolo al Mise – si legge ancora nella nota – credeva che la mediazione governativa potesse essere accettata come risolutiva e che evidentemente la posizione dei lavoratori non fosse chiara ad alcune Segreterie Nazionali. Abbiamo ribadito che il risultato della consultazione dei lavoratori è assolutamente inequivocabile, vogliamo interventi concreti che diano prospettiva e non soluzioni tampone. Come rsu Slc Cgil siamo pronti a sostenerlo anche con azioni forti, come ribadito nel nostro comunicato di ieri dove invitiamo le altre organizzazioni sindacali a rafforzare il NO dei lavoratori».
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