Ancora una volta la protesta si sposta sui social dove lavoratori e sindacati, a partire da oggi, chiedono al viceministro Bellanova un incontro urgente per scongiurare il trasferimento, dalla Sicilia alla Calabria, dei lavoratori Almaviva della commessa Enel. Dovrà essere operativa dall’8 novembre, pena il licenziamento, infatti, la prima tranche di 154 dipendenti (su 398) che martedì prossimo timbrerà il cartellino a Rende, in provincia di Cosenza: in caso contrario perderà il lavoro. Lo ha comunicato ai sindacati la società, che due giorni fa, e dopo il fallimento delle trattative al ministero dello sviluppo economico con Exprivia, in una nota aveva annunciato che i trasferimenti sarebbero scattati da martedì prossimo. Una notizia che ha scatenato il panico tra i lavoratori: stamane, alcuni di loro nella sede di via Marcellini, dopo la comunicazione dell’inizio dei trasferimenti hanno lamentato malori e hanno anche richiesto l’intervento di un’ambulanza.
Ma i sindacati non ci stanno e, in una missiva inviata al viceministro Teresa Bellanova, chiedono una convocazione urgente nel dicastero di via Veneto «per evitare – scrivono le Rsu e le segreterie provinciali di Fistel Cisl, Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl – questo scempio e dramma sociale». Intanto sui social corre la protesta. I lavoratori di Almaviva Contact hanno già lanciato l’ennesimo tweet bomb nell’account twtitter del viceministro Teresa Bellanova con scritto «@TeresaBellanova #Almaviva riparte con i trasferimenti=licenziamenti.L’8/11 saremo tutti licenziati!#convocazioneMiseSubito #maiarRENDErsi» per sollecitare la convocazione del tavolo ministeriale sul nodo dei trasferimenti da Palermo.
«Non c’è più tempo per le parole – afferma il segretario provinciale della Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso che chiede una convocazione urgente al governo -. I lavoratori di Almaviva sono ormai con la pistola puntata alla tempia, mancano pochissimi giorni e saranno trasferiti. Questi lavoratori a basso reddito saranno sradicati dalle loro famiglie e portati in Calabria con un’azione unilaterale e insensata. E’ ora di attuare gli impegni presi sia ai tavoli al Mise che nei tavoli comunali e regionali – prosegue – lavoratori Almaviva sono disperati perché non sanno come affrontare questo trasferimento disastroso per le loro vite».
Il sindacato ha organizzato un’assemblea venerdì 4 alle 11 a palazzo delle Aquile, sede del Municipio, in programma anche una fiaccolata in città. «Al governo chiediamo di non perdere tempo e di darci le risposte che attendiamo – aggiunge – da tempo per garantire il settore e all’azienda di stoppare i trasferimenti e le chiusure dei siti di Roma e Napoli. Basta con i call center visti come accozzaglia di commesse. Almaviva è un’azienda unica in tutta italia, e non può da un giorno all’altro, venendo meno agli accordi ministeriali, dichiarare la chiusura di due siti e il trasferimento dei lavoratori».
Dura la replica dell’azienda che accusa i sindacati di diffondere «ancora falsità». «Con riferimento alla situazione di Almaviva Contact a Palermo – si legge in una nota – ancora una volta le organizzazioni sindacali deformano la verità accreditando oggi presunti impegni in relazione alla tempistica dei trasferimenti di personale dalla sede di Palermo. La realtà dei fatti, ampiamente nota, è un’altra. Almaviva Contact con i trasferimenti ha dovuto individuare la sola soluzione possibile a salvaguardia della continuità occupazionale». L’azienda sottolinea di aver «su invito del Governo, sospeso la decisione in attesa della conclusione della trattativa tra sindacati e azienda subentrante che avrebbe dovuto consentire il riassorbimento del personale su Palermo. Trattativa che – conclude la nota – ha registrato un evidente fallimento».
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