Almaviva, Camusso: «Inammissibile governo non intervenga» «Giunta Crocetta deludente, ripresa Sud è solo un annuncio»

La ripresa al Sud? «Solo annunci». Il governo Crocetta? «Deludente». Almaviva? «Inammissibile che lo Stato non fornisca le risposte necessarie». Il tono di voce è il solito, roco e quasi impercettibile, ma i giudizi sono trancianti. A margine della commemorazione del sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia nel 1955, al Giardino di Ciaculli, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso non risparmia nessuno. A partire dal governo Renzi, reo, a suo dire, di non aver fatto rispettare le regole nel settore dell’outsourcing fino all’esplosione della vertenza Almaviva, che sta mettendo a rischio quasi tremila posti di lavoro tra Palermo, Napoli e Roma.

«Il settore dei call center è quello più esposto alla concorrenza sleale – attacca la sindacalista – perché subisce la logica del massimo ribasso e delle esternalizzazioni fuori dall’Italia. Ci aspettiamo che le norme esistenti vengano fatte rispettare». Sul referendum qualcuno ha criticato i sindacati perché la bocciatura della proposta dell’azienda – sei mesi di contratti di solidarietà per bloccare le procedure di licenziamento – potrebbe risultare fatale per i lavoratori se non si troverà una soluzione entro i primi di giugno: «Con l’azienda non c’è stata una rottura – replica il segretario generale -. L’ipotesi del governo non aveva la concreta prospettiva di risolvere il problema ma lo rinviava soltanto di qualche tempo. Ed è stata respinta dai lavoratori». Per Camusso, quando un collasso economico travolge un intero settore, serve una reazione di più ampio respiro, «come a Termini Imerese: una politica industriale e investimenti. Non è una vertenza risolvibile solo nel rapporto con l’azienda».

A proposito dell’ex impianto Fiat, non può mancare un giudizio sul governo Crocetta, pur senza nominarlo mai: «La Regione ha deluso in varie occasioni, è stata incapace di affrontare certi temi, dal sostegno alle industrie tradizionali alla promozione di tecnologie innovative, fino all’istruzione. È stato fatto troppo poco per lo sviluppo». E se la Sicilia piange, il resto del Mezzogiorno non ride: «La tanto decantata ripresa, che rischia di essere sempre inferiore agli annunci, non ha avuto un effetto sanificativo sull’occupazione, in particolare quella giovanile. Al Sud questo pesa, se possibile, in modo ancora più gravoso perché è figlia dell’assenza di scelte strutturali, di contrasto e anti-cicliche rispetto alla crisi. Ci si concentra solo – conclude – sulle politiche di austerità e dei continui tagli». 

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