Dopo quelle di Palazzo delle Aquile e Villa Niscemi, aumenta il numero delle aree dedicate all’allattamento materno. Sono stati inaugurati altri due pit stop for nursing nall’interno delle sedi della prima e sesta circoscrizione, in piazza Giulio Cesare e in via Monte San Calogero. Da oggi, appunto, è partito il servizio nella sesta circoscrizione, dove dal 2002 è presente anche un presidio gratuito di ginecologia e ostetricia, come sottolinea il presidente Michele Maraventano: «Abbiamo una buona utenza anche perché abbiamo fatto una convenzione con l’Asp, che ogni giorno riceve in ambulatorio una media di dieci di persone, quindi capita spesso che vengano mamme con bambini che necessitano di allattare. Questo servizio aggiuntivo sarà d’aiuto a chi desidera avere uno spazio privato, in una stanza dedicata».
Un aiuto valido non solo per l’allattamento ma anche per pulire i bimbi e cambiare loro il pannolino. La stanza è illuminata e accogliente e già c’è chi ha portato dei pannolini per le emergenze, riposti in un armadietto di fronte al fasciatoio. Appena entrati lo sguardo si posa sulla scritta Qui la mamma che allatta è benvenuta. «È un nostro dovere dare risposte alle esigenze dei cittadini – afferma Maraventano – fermo restando che nell’allattamento materno in pubblico non vedo nulla di strano, chi critica è fuori dai tempi perché vedere una donna che allatta è una cosa del tutto naturale. Bisogna sfatare alcuni tabù che fanno parte di una subcultura che spero possa al tramontare». Dopo l’attivazione adesso l’intento è quello di «rendere noto ai cittadini questo nuovo servizio, a partire dal consultorio familiare – dice Adriana Gennaro, responsabile servizi sociali per la sesta circoscrizione – Ci sono tante persone che spesso chiedono consigli sull’allattamento, ben vengano queste iniziative».
Le circoscrizioni e in particolare quelle più lontane dal cuore istituzionale sonopunti di riferimento sul territorio. Rappresentano una risorsa che fornisce servizi essenziali ai cittadini come l’ambulatorio per le visite ginecologiche che da anni si occupa di fornire servizi di prima necessità andando incontro anche alle difficoltà economiche crescenti degli ultimi anni. «Qui ci occupiamo di screening sul cervicocarcinoma – spiega la dottoressa Daniela Giuffrè – in linea con la campagna dell’Asp, e quindi invitiamo le persona per lettera a fare il pap test che se è negativo viene ripetuto dopo tre anni. Una grossa fetta di attività riguarda le gravidanze, soprattutto perché gli ospedali non hanno più l’ambulatorio per le gravidanze fisiologiche (non a rischio ndr) che afferiscono tutte a noi. All’interno del consultorio facciamo tutte le visite e seguiamo tutte le gravidanze . Poi c’è un polo unico aziendale in via Carmelo Onorato per quanto riguarda i corsi di accompagnamento alla nascita che qui sono stati ribattezzati percorsi benessere mamma-bambino, perché noi partiamo dal presupposto che se la mamma sta bene, anche il bambino sta bene».
Un altro compito svolto dalla sesta circoscrizione riguarda i rapporti con le persone che vivono nel campo rom della Favorita: «Noi valutiamo la capacità genitoriale dei rom all’interno di una richiesta, che parte da loro, di ottenere il permesso di soggiorno – spiega Gennaro – Questo incarico ci viene dato dal Tribunale dei minori e la nostra relazione è parte integrante all’interno del procedimento per la permanenza dei genitori insieme ai figli. Le tematiche che abbiamo affrontato non sono solo queste ma, all’interno del progetto Rsc che coinvolge anche altre città italiane, che ha l’obiettivo di ridurre la dispersione scolastica dei bimbi rom». Palermo, con la scuola Alcide De Gasperi, è tra le città pilota. Questo progetto prevedeva attività come laboratori finalizzati all’integrazione e allo scambio culturale tra bimbi palermitani e rom. Questo tema è piuttosto complicato perché queste persone non sono più nomadi e vivono in contesti abitativi e ambientali non adeguati «cosa che non rende la frequenza scolastica agevole», aggiunge la responsabile dei servizi sociali.
Dopo il blitz le famiglie rom hanno continuato a frequentare gli uffici della circoscrizione, «anche perché, laddove è stato possibile, li abbiamo aiutati – afferma ancora Gennaro – un giorno prima del blitz gli uffici hanno inviato una lettera che segnalava agli uffici competenti le condizioni in cui abitavano questi bambini e in particolare la presenza di stufe artigianali dove viene bruciata legna di qualsiasi tipo, porte dismesse e mobili laccati. L’unica via è dare delle soluzioni abitative definitive a queste persone». Su st vagliando la possibilità di far arrivare nuovi fondi stanziati dal Pon Metro: «Ho già contattato l’ufficio progettazione speciale per i fondi europei – conclude – e ho sentito già una collega per realizzare un progetto congiunto con questo ufficio».
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