Dove il maggiore c’è il minore cessa. E il maggiore, in queste ore, all’Ars, sembra essere diventato il disegno di legge numero 875, che porta la firma degli assessori regionali Alessandro Baccei (Economia) e Lucia Borsellino. E’ il provvedimento che punta a indebitare la Sicilia per altri 2 miliardi di euro (tanto per gradire) per pagare improbabili debiti della sanità siciliana. Il risultato è che il disegno di legge sull’emergenza idrica dei 52 Comuni del Palermitano – che pure dovrebbe avere la precedenza, visto che è veramente urgente – passerebbe in secondo piano, con buona pace dei deputati del capoluogo siciliano, che nell’ultimo mese avrebbero fatto fatica inutile.
Vero è che a decidere il calendario dei lavori dell’Assemblea regionale siciliana – con riferimento alle Commissioni legislative e all’Aula – dovrebbero essere la conferenza dei capigruppo e la presidenza dell’Ars. Ma siccome il già citato disegno di legge è stato già inviato agli uffici di Sala d’Ercole, non è da escludere che il Governo di Rosario Crocetta stia provando a dettare l’agenda politica e, soprattutto, l’agenda parlamentare all’Ars.
Quello che sta succedendo in queste ore è ai limiti del regolamento di Sala d’Ercole, oltre la logica politica e parlamentare e ben al di là del bon ton istituzionale. Di solito, prima di parlare di un nuovo indebitamento, un Governo presenta il Def, Documento di economia e finanza (che ha preso il posto del Dpef, il Documento di programmazione economica e finanziaria), poi il Bozzone di Bilancio e Finanziaria che discende dal Def e quindi – motivandolo proprio alla luce del Def e del Bozzone – si inizia a parlare del mutuo da 2 miliardi di euro (che di per sé, vista l’entità, si annuncia piuttosto indigesto, visto che la Regione è già abbondantemente indebitata e visto che rappresenta, da solo, un quinto del Bilancio di cassa della stessa Amministrazione regionale!).
In questo caso assistiamo un po’ basiti a un Governo che non solo non ha avvertito il Parlamento dell’Isola di un argomento così importante e così oscuro (questa storia dell’indebitamento della Regione verso le Asp sta diventando ormai una sceneggiata napoletana), ma che invia direttamente il disegno di legge all’Ars senza passare dalla politica, in perfetto stile Renzi.
Non riusciamo a capire quale sarà l’iter di questo disegno di legge che sa tanto di Banda Bassotti. Si sussurra, infatti, che la vera emergenza sarebbe rappresentata dal Governo Renzi che, abituato a prendere dalle casse della Sicilia (sarebbe più corretto dire dalle tasche delle famiglie e delle imprese siciliane) almeno un miliardo di euro all’anno per aggiustare i conti a Roma, nelle attuali condizioni del Bilancio regionale, che ha 3 miliardi circa di buco, dovrebbe rinunciare, per quest’anno, a tale comodità. Da qui il mutuo da 2 miliardi di euro: uno per Roma e l’altro per ammuttare i conti della Regione siciliana per un altro anno e poi,come si dice dalle nostre parti, comu finisci si cunta. Sarà vero? Ci auguriamo di no.
Intanto ci arriva un’indiscrezione un po’ strana: il provvedimento arriverebbe direttamente alla Commissione Bilancio e Finanze, senza passare dalla Commissione legislativa di merito, cioè dalla Commissione Sanità. Si tratterà di certo di un’indiscrezione falsa, perché un provvedimento così pesante, che riguarda o comunque viene fatto passare per questione sanitaria, dovrebbe essere esaminato, dibattuto e approvato dalla Commissione Sanità.
Insomma, quello che sta succedendo in queste ore all’Ars è molto strano. Siamo proprio curiosi di capire quello che avverrà nei prossimi giorni o, forse, nelle prossime ore. Soprattutto alla luce del disegno di legge sui 52 Comuni del Palermitano, provvedimento che il Governo ha formulato in modo errato e che necessita di una riscrittura, possibilmente fatta da chi mastica un po’ di contabilità pubblica.
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