Non c’è pace per l’Alcantara e la sua foce. Il tratto finale del fiume, che rientra nel parco fluviale e la cui costa fino all’anno scorso è stata premiata con la Bandiera blu per le sue acque incontaminate, è stata gravemente inquinata da un nuovo guasto a un depuratore. Dopo l’incidente che ha provocato gravi danni lo scorso aprile a valle del comune di Randazzo, a subire un malfunzionamento è stato il depuratore di Giardini Naxos.
La struttura di depurazione di Pietrenere – che oltre a quelle di Giardini Naxos raccoglie le acque di Taormina e Castelmola – sta mettendo a rischio sia il tratto terminale del fiume Alcantara che la foce. Con potenziali pericoli anche per i bagnanti, numerosissimi in questo periodo e in un tratto di costa così famoso. A denunciarlo è stata la sezione catanese di Legambiente. «Abbiamo visto una situazione di chiaro inquinamento», spiega il presidente Renato De Pietro. Immediato il ricorso alla magistratura, con un esposto alle procure della Repubblica di Messina e Catania, e il coinvolgimento dell’ente parco.
«Non se ne può più», sospira pesantemente il direttore del parco fluviale, Ettore Lombardo. «Abbiamo fatto una profonda opera di sensibilizzazione per far capire ai cittadini quanto sia importante rispettare il fiume. Ma guasti del genere vanno oltre il nostro impegno», spiega. «Subito dopo la segnalazione di Legambiente ci siamo attivati e abbiamo chiesto una serie di rilevamenti. Ma – ammette – finora non abbiamo avuto una risposta».
La speranza è che venga aperta un’inchiesta, in modo da stabilire responsabilità e cause del nuovo sversamento. «Avvieremo a breve delle indagini per conoscere lo stato di Alcantara e Simeto e per verificare la funzionalità dei depuratori – anticipa De Pietro – A volte, le acque sono più pulite prima di essere immesse nel ciclo di depurazione che dopo il loro passaggio negli impianti». Ma fare chiarezza sull’ultimo caso non serve a prevenirne altri. «Al di là della magistratura, dovrebbero essere gli enti coinvolti a prestare maggiore vigilanza. Prima che il danno sia fatto», afferma il presidente di Legambiente.
L’habitat del fiume era stato messo ulteriormente in pericolo anche dal crollo di una vecchia discarica che si trovava nel territorio di Francavilla. Lavori di pulizia lunghi e complessi, che hanno visto l’impegno fino allo scorso mese anche di cinque gruppi di scout siciliani. «Stiamo tessendo una serie di rapporti con tutti gli enti coinvolti per monitorare costantemente il fiume», dice il direttore Lombardo. Ma – spiega il referente di Legambiente – «c i accorgiamo spesso di questi eventi in maniera casuale, la maggior parte di situazioni simili sfugge al controllo e avviene senza che riusciamo a constatarle».
[Foto di Legambiente Catania]
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