«Abbiamo radici comuni». È ruotato intorno a queste parole, dette in un italiano perfetto, l’intervento del principe Alberto II di Monaco al Comune di Modica, dov’è giunto ieri pomeriggio dopo le prime due tappe del suo viaggio in Sicilia, alla scoperta dei luoghi che diedero i natali ai suoi antenati. Atterrato a Palermo, dove è rimasta la moglie Charlene, il principe si è poi recato a Mazzarino, quindi il viaggio fino in terra iblea dove è stato accolto da una folla di grandi e piccini, visibilmente emozionati, che è cresciuta nelle ore serali. Per l’occasione la città della Contea si è rifatta il look e si è blindata, seguendo scrupolosamente gli ordini dell’ambasciata monegasca.
Nel corso della cerimonia a Palazzo San Domenico, Alberto ha detto di avere fortemente voluto la visita a Modica, sottolineando di non essere stato spinto dalla nostalgia del passato, ma dall’esigenza di incontrare la popolazione «in tutta semplicità». Prima di raggiungere l’aula consiliare, dove ha incontrato la stampa e numerosi rappresentanti istituzionali, c’è stato il momento dello scambio di doni con il primo cittadino Ignazio Abbate. Il principe ha donato a Modica una statua in bronzo raffigurante il fondatore del Principato di Monaco, Abbate ha consegnato numerosi doni recapitati da privati cittadini e poi il regalo più importante: una foto originale del 1956 che ritrae la mamma di Giovanni Cultrera, soprintendente per la parte musicale al teatro Garibaldi, in compagnia di Grace Kelly.
Alberto II ha poi parlato del progetto dell’associazione Siti storici Grimaldi di Monaco che, dal prossimo anno, dovrebbe raggruppare tutti i comuni italiani che vantano legami storici con il principato e la storia dei Grimaldi. Una storia che, a Modica, affonda le sue radici nei secoli fino ad arrivare alle figure di Clemente e Agostino Grimaldi, che il principe ha definito «lontani cugini», e che rivive ogni giorno grazie al castello dei Conti, alla fondazione Grimaldi e a Palazzo Grimaldi dal balcone del quale, al termine di un excursus storico a cura del presidente della fondazione, il professore Uccio Barone, il principe ha salutato la folla, dopo aver stretto mani ed essersi fatto immortalare in numerosi scatti.
Tra questi, molti con gli studenti dell’istituto alberghiero Principi Grimaldi di Modica, che proprio nei locali della Fondazione hanno allestito un tavolo con le eccellenze gastronomiche del Ragusano, cioccolato in primis. Al Palazzo della Cultura, invece, Alberto ha inaugurato l’aula Ranieri di Monaco, nell’ala che ospita il museo del cioccolato e l’Italia in miniatura fatta di cioccolato. A tal proposito, il principe ha gradito molto soprattutto quello agli agrumi e quello al rum ed è rimasto colpito dalla Lambretta realizzata interamente con il cioccolato in occasione dei 70 anni dalla nascita.
La serata è quindi proseguita a Ragusa Ibla, con una cena al Duomo dello chef stellato Ciccio Sultano, scelto e voluto proprio dal principe. Sulla tavola, tra le altre cose, gnocchi di patate al ragusano dop con polpetta di seppia e maiale, cernia all’acqua pazza e cannolo di ricotta con salsa calda di fichi d’India di San Cono.
Questa mattina si è svolta, invece, la seconda e ultima parte della visita con la tappa al Duomo di San Giorgio dove sono stati mostrati al principe i preziosi doni elargiti, nei secoli, dai Grimaldi, quindi l’atteso taglio del nastro per la riapertura del castello dei Conti, dopo 22 anni di chiusura per ristrutturazione. Anche in questo caso ad attenderlo, in cerca di un sorriso e una stretta di mano, tantissimi turisti, ma anche molti modicani. All’entrata si è tenuto il picchetto d’onore dei cavalieri templari federiciani, poi il capo di Stato ha passeggiato sulla passerella allestita per visitare le mura antiche e si è addentrato nelle grotte sottostanti il castello.
Da oggi la città torna alla normalità. Dopo essersi fermata per due giorni, chiudendo anche scuole, uffici e attività, si ricomincia, felici del prestigio che una visita come quella di ieri e oggi regala alla città e con ottime prospettive di collaborazione con il principato già a partire dal 2018 e, se la candidatura dovesse andare in porto, anche per l’anno della cultura 2020. Una candidatura che Alberto II, innamorato del Val di Noto, ha dichiarato di sostenere apertamente.
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