Al via la bonifica straordinaria dell’Oreto Il fiume-discarica pieno di liquami e rifiuti

«Finalmente si attua una bonifica, non succedeva dal 2006». È questa la fotografia dello stato di salute del fiume Oreto, tracciata dal vicepresidente della Terza Circoscrizione, Dario Chinnici, che commenta la cerimonia di avvio dei lavori di pulizia straordinaria del bacino idrico, stamattina, all’altezza del ponte Bailey alla Guadagna. Erano presenti il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore ai Lavori Pubblici Emilio Arcuri. «Dopo tante sollecitazioni finalmente mettiamo in sicurezza il fiume – sottolinea Chinnici -. Ringrazio l’amministrazione comunale. L’obiettivo futuro è la riqualificazione dell’Oreto e la fruibilità dei tanti spazi offerti che potrebbero essere volano per il rilancio dell’intera area».

Già, perché non può certo bastare un’operazione di bonifica – per quanto imponente – a risollevare dopo oltre un decennio di degrado le sorti di un corso d’acqua che qualcuno avrebbe voluto trasformare addirittura in un parco: l’unica cosa in cui si è trasformato è una discarica a cielo aperto. Si procederà per gradi: il primo step riguarda la pulizia e il drenaggio del tratto compreso tra la zona sottostante il ponte di via Guadagna e la zona sottostante il passante ferroviario nei pressi del ponte militare. Per questa prima fase sono stati stanziati 200mila euro mentre l’intervento complessivo, affidato al personale Reset e tramite gara ad una ditta esterna, costerà 500mila euro. Nel Patto per Palermo sono previsti altri fondi per la prevenzione del rischio idrogeologico.

«Successivamente i lavori interesseranno lo stesso fiume e i canali di maltempo – spiegano da Palazzo delle Aquile -, dove sono presenti analoghe situazione critiche di degrado causate da interramento, accumulo di rifiuti, presenza di fango che provocano la parzializzazione delle sezioni idrauliche e quindi la diminuzione della capacità di far defluire le portate in occasione di particolari eventi meteorici. In particolare si prevede la rimozione di materiale di origine vegetale di natura arbustiva e arborea, oltre a rifiuti solidi urbani, fango e materiali vari trasportati dai deflussi di origine meteorica e sedimentati».

Rimane comunque un intervento parziale su un bacino che in tutta la sua lunghezza tocca ben nove comuni: oltre a Palermo, Monreale, Altofonte, Torretta, Isola delle Femmine, Carini, Capaci, Ficarazzi e Villabate. È drammatico lo scenario descritto nell’ultima «Caratterizzazione dei corpi idrici superficiali nei singoli sistemi idrografici» allegata al «Piano di gestione del distretto idrografico della Sicilia», elaborato dal Dipartimento regionale acque e rifiuti nel 2010 e pertanto ancora attuale dato che, appunto, l’Oreto è stato lasciato al suo destino per 11-12 anni.

Il fiume viene distinto in due tratti principali di superficie: dalle sorgenti alla confluenza del Vallone della Molara e poi giù fino alla foce. E già sette anni fa le criticità del bacino costituivano un ben nutrito elenco: inquinamento da nitrati di origine agricola e da reflui urbani e industriali, scarichi non depurati e depuratori non adeguati, «anomale fioriture algali» nei tratti di costa in cui sversano i reflui non depurati, storiche fonti di approvvigionamento come i Qanat, che in altre parti della città vengono curate e aperte ai turisti, trasformate in canali fognari. Per questo qualche anno fa il Comitato Salva l’Oreto aveva candidato il fiume al censimento dei «Luoghi del Cuore» del Fai: la candidatura ha attirato 1.806 voti che sono valsi la 162^ posizione in classific. «Attendiamo la pubblicazione del bando per i progetti di rivalutazione mirati ai luoghi che hanno raggiunto almeno 1.500 voti», scrive l’associazione su Facebook.

«Con l’inizio dei lavori – commentano Orlando e Arcuri – continua l’attenzione dell’amministrazione comunale dell’area dell’Oreto, mentre continuiamo ad attendere che la Regione accolga la nostra richiesta della revoca del divieto di balneazione della Costa Sud. Dopo circa dodici anni di abbandono stiamo riqualificando l’Oreto con interventi di protezione idraulica, del territorio e di bonifica che si concluderanno nell’arco di poche settimane e serviranno per ridare la dimensione di fiume dell’Oreto».

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