Recarsi al porto per accogliere le Navi della legalità? Non se ne parla nemmeno!. Un no irremovibile, quello pronunciato dalla Preside del Liceo Classico di Palermo, Garibaldi, Rosaria Gerbino. Un diniego che ha lasciato lamaro in bocca a tantissimi studenti, ma anche a un bel numero di professori. Tutti stupiti da tanta severità. Anche perché lanniversario dei ventanni della strage di Capaci, in città, è stato molto sentito e molto partecipato. Soprattutto dai giovani. E a molti latteggiamento di chiusura totale della Preside è sembrato, nella migliore delle ipotesi, incomprensibile. Ma andiamo con ordine.
Il 21 maggio i ragazzi del Liceo Classico Garibaldi di Palermo sono in fermento. Sanno che il 23 mattina, al porto della città, arriveranno studenti da tutta lItalia. Sono le Navi della legalità. Un fiume di studenti che si riverserà per le vie del capoluogo siciliano nel Giorno della memoria. Per ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta trucidati nella strage di Capaci il 23 magio del 1992.
Sono tanti gli studenti del Liceo Garibaldi che vorrebbero recarsi al porto – come del resto hanno fatto tanti altri studenti di tante altre scuole – a ricevere i ragazzi che arriveranno da tutta lItalia sulle Navi della legalità. Ma la risposta della Preside è no.
Per aggirare lostacolo alcune studentesse – questo succede la mattina del 22 maggio – raccolgono le firme dei docenti. Lobiettivo è sempre quello: convincere la Preside a lasciare andare i ragazzi del Liceo al porto a ricevere gli studenti che, lindomani mattina, arriveranno da tutta lItalia.
La Preside, però, non cambia idea: anche davanti alla richiesta di un gruppo di docenti, il suo no continua ad essere irremovibile. Dicono – ma di questo non siamo sicuri – che qualche docente vorrebbe tentare una mediazione. dare vita a una delegazione di studenti del Garibaldi, magari due studenti per ogni classe, e inviare la stessa delegazione, con la bandiera del Liceo, il 23 mattina al porto.
Tutto inutile: il no della Preside Rosaria Gerbino continua ad essere irremovibilie. Anzi, la Preside sembra infastidita. La raccolta delle firme dei docenti avviata dai ragazzi – avrebbe lasciato capire la stessa Preside – sarebbe stato un atto ‘illegale’ perché non autorizzata dalla stessa Preside.
Il Liceo Classico Garibaldi di Palermo – questo è quello che siamo riusciti ad appurare – parteciperà alle manifestazioni indette per ricordare i ventanni della strage di Capaci il pomeriggio del 23 maggio alle 16 e 30. Così sembra abbia stabilito la Preside. Punto.
Volete sapere comè finita? Che due forse tre classi, la mattina del 23 maggio, hanno disertato le lezioni. Questi studenti, alla fine, avrebbero scelto di recarsi autonomamente al porto a ricevere i loro coetanei che arrivavano da tutta lItalia. Mentre alla manifestazione ufficiale promossa dal Liceo il pomeriggio del 23 maggio, alle 16 e trenta, si sono presentati pochi studenti e pochi professori. Questo perché, si racconta, a molti ragazzi era passato lentusiasmo.
Questi, bene o male, i fatti. Ora qualche considerazione. Perché il no della Preside a una richiesta – a nostro avviso legittima – degli studenti? Paura dovuta alle bombe di Brindisi? Se è così, la Preside avrebbe potuto coinvolgere i genitori dei ragazzi. E, in ogni caso, il timore è stato un caso unico: perché il 23 mattina, sulle banchine del porto della città, di studenti ce nerano tanti. Se tutti cominciamo ad avere paura, beh, la diamo vinta a chi mette le bombe: che vuole proprio questo: seminare paura.
Il no della Preside stato dettato dalla volontà di non far perdere un giorno di lezioni agli studenti? Non ci sembra una grande giustificazione. Negare ai ragazzi la gioia e lemozione di prendere parte – da protagonisti – a una giornata importante che è stata al centro di una riflessione corale, sotto gli occhi di tutto il mondo, è stato un errore.
Leonardo Sciascia distingueva i libri della scuola dai libri della vita. Sono importanti i primi e sono importanti i secondi. Tra i libri della vita ci sono i romanzi, magari i classici. Ma ci sono anche gli esempi da ammirare e da seguire. La Giornata della memoria – soprattutto a Palermo – è un grande libro della vita, importantissimo per le giovani generazioni. E lo diventa ancora di più se sono proprio i ragazzi che chiedono di leggerlo. Averglielo impedito è stato, lo ripetiamo ancora una volta, un grave errore.
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