Agrigento, Porcelli a capo di Tre sorgenti In attesa del disegno di legge dall’Ars

È l’architetto Mauro Porcelli, licatese classe 1959, il nuovo presidente del consorzio Acquedotto Tre Sorgenti, ente che gestisce le reti idriche di sette Comuni dell’Agrigentino: Campobello di Licata, Canicattì, Grotte, Licata, Palma di Montechiaro, Racalmuto e Ravanusa. L’elezione del nuovo consiglio di amministrazione si è tenuta lo scorso 3 agosto quando, dopo due rinvii, ad avere la meglio sui vari candidati proposti dai sindaci sono stati Porcelli, Angelo Marino (vicepresidente) e Aristotele Cuffaro (componente). Il professionista licatese, vicino già da qualche anno al gruppo del neoeletto sindaco Angelo Cambiano, è stato votato all’unanimità. Tuttavia, per ragioni sicuramente non oscure, si è registrata l’assenza dei sindaci di Ravanusa e Canicattì: Carmelo D’angelo e Vincenzo Corbo, infatti, sono rispettivamente vicini al ministro dell’Interno Angelino Alfano e all’onorevole regionale Michele Cimino. Entrambi i primi cittadini sembrano, ormai, apertamente schierati contro gli altri colleghi, e dunque a favore della cessione delle reti idriche all’Ato di riferimento e di conseguenza alla società d’ambito, la Girgenti Acque. Quest’ultima, peraltro, continua a sostenere che la convenzione stipulata con l’Ato non sarebbe ancora partita, essendo condizione essenziale la cessione di tutte le reti del territorio che la spa serve.

Che sia una questione intricata, non c’è dubbio. Così come non facili sono state le negoziazioni per l’elezione del nuovo presidente del consorzio: «Serve – come aveva inizialmente dichiarato il sindaco di Campobello di Licata, Giovanni Picone – qualcuno che dia più garanzie possibili nel tenere la barra dritta nel non consegnare le reti». Pasquale Amato, primo cittadino di Palma di Montechiaro, aveva individuato questa figura in Angelo Marino, ma il collega Cambiano, il quale detiene le quote di maggioranza, ha spinto per Porcelli, probabilmente per avere un licatese al vertice del Tre Sorgenti. Appare scongiurato, invece, il commissariamento dell’ente acquedotto da parte dell’assessorato regionale. Vania Contraffatto, stando alle parole del sindaco Picone, adesso dovrebbe assistere alla «impugnazione del provvedimento di nomina del commissario».

Il nuovo presidente, dal canto suo, rompe subito gli indugi: «Sono indubbiamente a favore dell’acqua pubblica e ci impegneremo per evitare la consegna delle reti». In questo senso, ciò che si attende è anche il completamento dell’iter legislativo della nuova normativa in materia, al momento al vaglio del parlamento siciliano. Il quale, giovedì scorso, ha approvato sei dei 14 articoli che compongono il relativo disegno di legge. L’unica cosa che rimane da capire è quale sarà la posizione del presidente Porcelli nei confronti del governatore Rosario Crocetta: quest’ultimo, infatti, aveva sostenuto l’allora candidato a sindaco Cambiano in occasione dell’ultimo ballottaggio tenutosi a Licata, ma sta lavorando, o perlomeno avallando il lavoro dell’assessora Contraffatto, nella direzione della cessione delle reti.

Gino Pira

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