Avrebbero indotto alcuni disabili psichici, ospiti della loro comunità, a presentare domanda per il reddito di cittadinanza, per poi appropriarsene. Con questa accusa sarebbero state indagate sette persone riconducibili alla cooperativa sociale Oasi Emmanuele di Favara (in provincia di Agrigento). Quest’ultima era già nota alle forze dell’ordine per un presunto giro di spaccio, ricatti sessuali e maltrattamenti che si sarebbero consumati al suo interno. Gli indagati, tutti di Favara, sono Liliana Chiarelli, 34 anni; Gaetano Gramaglia, 33 anni; Paolo Graccione, 46 anni; Diego Vita, 53 anni; Salvatore Di Caro, 63 anni; Giovanni Di Caro, 30 anni e Alba Luz Pineda Urbina, 40 anni.
Gramaglia, Chiarelli, Graccione e Vita – rispettivamente il titolare della cooperativa, l’assistente sociale e due dipendenti – avrebbero indotto i loro ospiti a presentare la domanda omettendo nella dichiarazione che fossero ricoverati con spese a carico dello Stato nella struttura. Ai quattro menzionati prima, si aggiungono gli altri tre (i due Di Caro e Pineda) tutti accusati di appropriazione indebita. Nello specifico, Pineda Urbina – familiare di un disabile – avrebbe tolto la carta del reddito a quest’ultimo per pagare la manutenzione di due Porsche per un importo pari a 1.300 euro. La stessa carta sarebbe stata utilizzata da tre indagati per pagare il conto di un hotel a Tarquinia, altri l’avrebbero invece usata per fare acquisti in attività commerciali.
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