Undici persone sono state arrestate dalla squadra mobile e dagli agenti del commissariato Zisa-Borgo Nuovo, perché accusate di aver compiuto una violenta aggressione ai danni di un gruppo di cittadini bengalesi all’interno di un market in via Casella, alla Zisa. Nove sono finite ai domiciliari e due si trovavano già in carcere con l’accusa di rapina. Il più grande dei destinatari della misure cautelari ha 35 anni, il più piccolo 18. Sono ritenuti responsabili dei reati di rapina e lesioni, tutte aggravate dall’odio razziale, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo.
«Il 27 ottobre scorso siamo intervenuti dopo i primi arresti effettuati dalle volanti della questura – spiega il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti – per un’aggressione all’interno di un market gestito da bengalesi nel quartiere Zisa, avvenuta intorno alle 22.30. In quella circostanza abbiamo trovato i malcapitati feriti dai colpi ricevuti». In un primo momento ne sono stati arrestati due e poi a seguito di una serie di ricognizioni «e di lavoro insieme ai colleghi del commissariato di zona siamo riusciti a ricostruire per intero il gruppo di persone che si era scagliato con violenza nei confronti dei cittadini bengalesi».
Calci, pugni, frasi d’odio. Subito si è pensato a un’aggressione a sfondo razziale: «Questo è il riferito delle vittime – aggiunge Ruperti – l’occasione dello scontro è che il bengalese era stato malmenato già per strada per aver urinato per terra. Aveva trovato riparo all’interno del market dove sono entrate queste undici persone, armate anche di mazze e si sono scagliate con violenza, non solo nei confronti del primo dei bengalesi aggredito, ma anche contro i connazionali che hanno provato a mettere in atto una forma di resistenza passiva per evitare di farlo pestare ma a loro volta sono stati brutalmente picchiati».
Nel corso dell’aggressione è stato anche rubato un anello a una delle vittime. Gli aggressori con bastoni in mano, una volta nel negozio, si sarebbero scagliati contro il bersaglio principale, e dopo averlo trascinato nel retrobottega, lo avrebbero picchiato e gli sottratto il gioiello in oro che portava al dito. Infine avrebbero cercato di intimidire il proprietario del negozio, anche lui bengalese: dopo averlo picchiato lo avrebbero minacciato di morte se non avesse messo a loro disposizione le immagini del sistema di video sorveglianza attivo nel suo negozio ma non ci sono riusciti «per il pronto intervento di alcune volanti che hanno bloccato due e messo in fuga gli altri», conclude il capo della mobile.
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