Stop agli arresti domiciliari, ma con alcune prescrizioni: vale a dire che non potranno uscire di casa prima delle 7.30 del mattino e non potranno rincasare dopo le 20. È questa la decisione del tribunale del Riesame a proposito di quattro dei cinque minorenni accusati di avere picchiato un 18enne all’ingresso dell’istituto superiore De Felice di piazza Roma, lo scorso 21 marzo. La vittima, E. M., aveva subito una frattura composta dello zigomo a seguito di un pugno in pieno volto e poi di alcuni colpi di casco che lo avrebbero raggiunto alla faccia.
Lo scorso venerdì nelle aule di piazza Verga si è tenuta l’udienza del tribunale delle Libertà sui giovanissimi (compresa una ragazza) accusati di lesioni personali in concorso, tutti militanti dei collettivi studenteschi collegati ai centri sociali Liotru e Colapesce. Un elemento importante considerando che le autorità hanno confermato la matrice politico-ideologica della violenza. La vittima, dal canto suo, è militante dell’organizzazione giovanile di estrema destra Assalto studentesco, vicina allo spazio sociale Cervantes e al movimento neofascista Forza nuova. Per uno dei minori la magistratura aveva disposto il collocamento in comunità, mentre per gli altri quattro era stata stabilita la permanenza in casa. La misura cautelare, però, adesso è stata ridimensionata.
I fatti erano stati denunciati pubblicamente dal mondo politico di destra. In un primo momento si era parlato di un’aggressione a opera di trenta persone, maggiorenni, nei confronti del giovane militante da solo. Successivamente era emerso, però, che il gruppo non era numeroso come era stato descritto e che a fare partire la lite sarebbe stato il tentativo, da parte dei giovani di sinistra, di impedire il volantinaggio per una manifestazione identitaria che si sarebbe tenuta il giorno dopo. I fatti si sono verificati poco prima delle 8 del mattino, mentre in piazza Roma – per la precisione di fronte alla villa Bellini – era in corso l’assembramento per il corteo antimafia di Libera.
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