Agenti di polizia a Palazzo degli elefanti, chiamati da un consigliere comunale. Si è conclusa così la mattinata di Manlio Messina (Fratelli d’Italia) che oggi si è presentato negli uffici comunali per chiedere la relazione redatta dal collegio dei revisori dei conti dell’Amt in liquidazione. L’azienda partecipata del Comune di Catania da cui sarebbero stati trasferiti 42 milioni di euro in favore delle casse municipali. A denunciarlo era stato proprio Messina in consiglio comunale, seguito a ruota dal vicepresidente del senato cittadino Sebastiano Arcidiacono. La vicenda, però, continua a destare scalpore a quasi un mese da quando è stata sollevata. Oggetto del contendere tra l’amministrazione e il consigliere d’opposizione è il documento dei contabili: «Quello che c’è scritto mette in difficoltà il Comune – sostiene Messina – So che si dice che quei soldi non potevano essere spostati prima che si chiudesse il processo di liquidazione. E che quelle cifre devono essere restituite».
Un bel problema per casse municipali già provate e sempre al centro delle cronache politiche di questi giorni. «Il capo di gabinetto e il direttore dell’ufficio di presidenza si sono rifiutati di consegnarmi quanto da me richiesto – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia – Non consentirmi l’accesso agli atti è una palese violazione della legge. Loro sostengono invece che, trattandosi di carte di una partecipata esterna al Comune, devono verificare se possono darmele. È un modo per prendere tempo». E per allontanare il momento in cui la giunta – in cui da oggi siede un nuovo assessore al Bilancio, dopo le dimissioni di Giuseppe Girlando – dovrà rispondere a una domanda: «Con questi 42 milioni di euro ballerini, il nuovo piano di riequilibrio tiene ancora? Secondo me, no».
La procedura di liquidazione della vecchia Amt è soggetta ad alcuni passaggi burocratici necessari. Prima la chiusura dei bilanci («Quella del 2014 e del 2015 è avvenuta, manca quella del 2016», sostiene Messina), poi il parere dei revisori dei conti dell’azienda, quindi quello degli omologhi del Comune di Catania e, infine, la formulazione della deliberazione che deve passare al vaglio del Consiglio comunale. «Ci sono mesi e mesi di tempo prima che la liquidazione possa considerarsi conclusa – attacca Messina – E nel frattempo si nega a un rappresentante dei cittadini di visionare il materiale necessario a capire, fino in fondo, l’operazione che è stata portata avanti in gran segreto».
È per questo motivo che Manlio Messina stamattina si è rivolto alla polizia. «Sono venuti e hanno verbalizzato il fatto che il Comune si rifiuta di darmi i documenti. Io ne ho preso atto e lo riporterò nell’esposto che intendo presentare alla procura di Catania e alla Corte dei conti». Dalla sua ci sarebbero la richiesta di accesso agli atti formulata verbalmente in consiglio comunale e quella scritta, consegnata negli uffici. Che tutto questo sia avvenuto proprio oggi, la giornata in cui l’ex assessore ha lasciato il suo scranno, per Messina è una pura casualità: «Ho appreso delle sue dimissioni stamattina. Ma lui è stato assessore al Bilancio e tra le sue deleghe c’erano anche le partecipate. Ovviamente quello che è successo è pure colpa sua».
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