È durata solo 33 mesi l’esperienza amministrativa del sindaco di Adrano Angelo D’Agate. Una mozione di sfiducia, votata favorevolmente da 18 consiglieri ha messo la parola fine a una sindacatura, definita dai consiglieri proponenti e votanti come fallimentare. Una mozione che fa decadere anche il consiglio comunale stesso.
Ad Adrano si andrà dunque alle elezioni anticipate. È stato un consiglio comunale lunghissimo, quello di ieri, iniziato alle 10.30 del mattino e concluso poco prima delle 17. Nei giorni scorsi si erano dimessi in blocco tutti gli assessori della giunta D’Agate, un ultimo disperato tentativo del primo cittadino di aprire un dialogo con tutte le forze politiche con l’obiettivo di ripartire, dando slancio all’azione amministrativa. Tutto ciò non ci sarà. Anche ieri il sindaco Angelo D’Agate ha tentato di giocarsi l’ultima carta, proprio prima della votazione in aula: il primo cittadino aveva chiesto una sospensione di un quarto d’ora per cercare di ricucire lo strappo col consiglio comunale.
La mozione di sfiducia era stata presentata da 15 consiglieri comunali: Carmelo Pellegriti, Aldo Di Primo, Agatino Perni, Paolo Politi, Federico Floresta, Maria Grazia Ingrassia, Angela Branchina, Salvatore Coco, Carmelo Santangelo, Samuele Avellino, Giuseppe Rapisarda, Angela Chiara, Gloria Stancampiano, Irene Cinardi, Aurelio Verzì. La votazione finale è stata di 18 consiglieri comunali favorevoli, 5 contrari e un astenuto. Ai 15 proponenti la sfiducia si sono aggiunti Massimo Zignale, Luigi Cancelliere e Agatino Scardina. Astenuto il consigliere Orazio Toscano.
La città adesso sarà guidata da un commissario. Una sindacatura «fallimentare – avevano scritto i proponenti – non in grado di risolvere gran parte dei problemi atavici di Adrano quali: viabilità, traffico, verde pubblico, manutenzione stradale, pulizia della città, riorganizzazione del personale comunale, tutti interventi che non richiedevano, tra l’altro, particolari risorse economiche e finanziarie, ma solo una migliore e più dinamica organizzazione generale dei servizi pubblici locali – si legge nella mozione- Nessuno di questi aspetti è stato mai adeguatamente affrontato né tanto meno risolto, sia nell’immediatezza e nemmeno a distanza di oltre due anni e mezzo dall’insediamento del sindaco, dimostrando un totale fallimento amministrativo che sta, di fatto, compromettendo irreparabilmente la tenuta sociale dell’intera comunità adranita».
Il sindaco Angelo D’Agate è sembrato a fine quasi sollevato dall’esito della mozione, escludendo, per il momento. l’eventuale ricorso alle aule del tribunale: «C’è tempo. Valuterò a mente fredda sul da farsi – dice a Meridionews – Avevo in consiglio solo cinque consiglieri, tutto il resto dell’assise era contro di me. In un certo senso me l’hanno fatta pagare. Non ho nulla da rimproverarmi e sono sereno. Ma va bene cos». Un pensiero dell’ormai ex sindaco è rivolto a coloro che l’hanno votato: «Sono rammaricato». E alla domanda se intende ricandidarsi D’Agate ha specificato che «non sono un politico di professione, sono una persona libera e non appartengo a nessun partito. Non lo so se mi ricandiderò, quando si avvicineranno le elezioni ne riparleremo».
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