«Siamo preoccupati, indignati e arrabbiati». È Federica Patanè, avvocata e mamma, a farsi portavoce con MeridioNews di tutti i genitori, una ottantina, che da venerdì dovranno fare i conti con il fatto che l’asilo nido comunale Aylan di Adrano non riaprirà. «Lo abbiamo saputo venerdì scorso e solo grazie alla referente delle maestre che ci ha mandato un messaggio sul gruppo WhatsApp per informarci», lamenta la donna che, come tutti gli altri genitori, si sarebbe aspettata dal Comune almeno una comunicazione formale in tempo utile per organizzarsi. Il servizio che avrebbe dovuto essere di nuovo attivo, dopo la pausa estiva, a partire da mercoledì non riprenderà. «Finora abbiamo ricevuto solo risposte evasive e false rassicurazioni – spiega la donna – Abbiamo scritto una lettera al commissario straordinario Angelo Sajeva (che è arrivato alla guida del Comune dopo una mozione di sfiducia che ha fatto decadere il sindaco Angelo D’Agate e l’intero Consiglio comunale, ndr) che finalmente domani mattina ci riceverà».
Quello dell’asilo nido è uno dei servizi che il Comune esternalizza, affidandolo a una cooperativa tramite un bando. «Quello che sappiamo – riporta la mamma – è che quando si è arrivati alla fine del contratto (che, come era noto, era prevista per la fine di agosto, ndr) non è nemmeno stato fatto un nuovo bando. Stando a quello che ci hanno riferito da alcuni uffici comunali quando siamo andati a chiedere informazioni per le iscrizioni per il nuovo anno scolastico – aggiunge Patanè – l’ente non avrebbe i fondi da anticipare per fare partire il servizio. Fino alla settimana scorsa, ci hanno sempre rimandati perché non si sapeva ancora nulla».
Per i genitori dei circa 40 bambini (dai tre mesi ai tre anni) che dovrebbero frequentare l’asilo nido comunale, l’obiettivo dell’incontro di domani con il commissario Sajeva è «cercare di fare chiarezza nel solito scaricabarile che si crea in casi come questi», spiega la donna che si è fatta portavoce della delegazione di genitori. «Al commissario chiederemo innanzitutto di fare il punto della situazione attuale – chiarisce Patanè – di spiegarci come mai nessuno ha avvertito l’utenza del disagio a cui sarebbe andata incontro e anche capire come pensano di risolvere questa situazione che per noi genitori rappresenta un problema: da dopodomani, dove lasceremo i nostri figli? Che futuro avranno le dipendenti della cooperativa?»
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