Adrano, la fiaccolata per chiedere giustizia per Anthony Sorella: «Non si è suicidato, doveva battezzare suo nipote»

«Mio fratello aveva 24 anni e una vita davanti. Una cosa del genere non l’avrebbe mai fatta». A parlare a MeridioNews è Mary, la sorella più grande di Anthony Bivona, il ragazzo originario di Adrano trovato morto il 18 luglio nella casa che aveva preso in affitto a Darmstadt in Germania. Una vicenda subito archiviata come suicidio dalla polizia tedesca su cui però ci sarebbero «troppe cose che non tornano», denunciano le sorelle Mary e Grazia, mamma Antonella e papà Giuseppe che hanno chiesto alla procura di Roma la riesumazione del cadavere per potere fare l’autopsia e che, per giovedì pomeriggio, hanno organizzato una fiaccolata «per sensibilizzare tutti a starci accanto nella nostra battaglia per la verità e la giustizia sulla morte di Anthony».

La notte del 18 luglio, il ragazzo viene trovato senza vita sdraiato sulle scale del pianerottolo del suo appartamento. Secondo la polizia tedesca, si sarebbe impiccato nella ringhiera della tromba delle scale con una cintura di plastica e sarebbe morto per soffocamento. Nei documenti si legge infatti che avrebbe al collo i segni dell’impiccagione. L’unica testimone sentita dai poliziotti tedeschi è Ylaida, la ragazza di origine turca che Anthony frequentava da diversi mesi. «Non convivevano, lei stava a Francofortei e si vedevano nel fine settimana – spiega Mary – Quando Anthony l’aveva portata qui e l’avevamo conosciuta ci sembrava tutto a posto e, invece, nell’ultimo periodo la relazione non era più serena a causa della sua eccessiva gelosia». È con lei che il 24enne passa anche quella serata. 

Sono le 23.30 quando il giovane interrompe bruscamente una telefonata con la sorella Grazia con la promessa – non mantenuta – di richiamare più tardi. Le stava raccontando di una discussione avuta con la ragazza per un incidente che lei avrebbe avuto con la sua macchina. Stando a quanto riferito ai familiari, Ylaida si sarebbe arrabbiata perché Anthony avrebbe chiesto informazioni prima sulla macchina che sulle sue condizioni. Da quel momento in poi i familiari non hanno più nessuna notizia fino a quando, 14 ore dopo il ritrovamento del cadavere, è la ragazza a informarli di quanto accaduto. Il giorno dopo i familiari sono già in Germania. «Abbiamo chiesto di incontrarla – riferisce la sorella – ma lei ci ha detto che non poteva perché si trovava fuori». All’obitorio, i familiari scattano diverse foto alla faccia, al collo e alle mani di Anthony. «Ci è sembrato strano che non avesse segni evidenti, ma un graffio sulla fronte che non aveva nella videochiamata di poco prima». 

L’unico segno rilevato sul corpo «non sarebbe compatibile con l’impiccagione – afferma l’avvocato Francesco Messina che assiste i familiari – perché viene interrotto a quasi metà del collo». Nel rapporto della polizia ci sarebbero anche delle inesattezze: viene scritto che Anthony era senza un’occupazione né un salario regolare e anche che gli era stata ritirata la patente per uso di droga e alcol, mentre invece era stato per un eccesso di velocità. «Lavorava come gommista in una officina – ci tiene a precisare la sorella – e il suo capo gli voleva bene al punto di averlo ospitato per mesi e di averci mandato 120 euro di mance maturate da Anthony». Alla polizia, Ylaida avrebbe descritto Anthony come un ragazzo «impulsivo» che davanti a lei avrebbe già parlato di suicidio e che davanti ai suoi occhi avrebbe cercato di ferirsi con un coltello e avrebbe anche bevuto dei detergenti. «Ipotetici tentativi di suicidio di cui non esiste nessuna prova», precisa l’avvocato a MeridioNews.

Appassionato di culturismo, all’età di 16 anni Anthony comincia a lavorare con la raccolta delle arance in Sicilia poi si trasferisce in Germania con la famiglia. Dopo quattro anni tutti fanno rientro ad Adrano ma poco dopo lui sceglie di tornare a Darmstadt dove le possibilità lavorative sono maggiori. Cinque giorni dopo la morte, avrebbe dovuto prendere un volo per tornare a casa per due settimane di vacanza. «Avrebbe dovuto battezzare il suo nipotino e aveva anche già prenotato dei tavoli in discoteca. Inoltre – aggiunge la sorella Mary – aveva pagato un mese anticipato di palestra e poche settimane prima aveva anche fatto lo sbiancamento dei denti. Non mi sembrano azioni che una persona fa se ha poi intenzione di togliersi la vita». Insomma, per gli amici e i parenti non ci sarebbe nemmeno un movente. Inoltre, resta da chiarire chi abbia trovato il cadavere: nei documenti si parla di una vicina di casaNina – che avrebbe urlato svegliando la ragazza che dormiva in casa. Ma Mohammed, altro inquilino della palazzina che avrebbe provato anche a fare un massaggio cardiaco a Anthony, smentisce dicendo a Le Iene che era la ragazza a urlare e racconta anche di non avere visto nessuna corda attaccata alla ringhiera, ma solo quella attorno al collo del ragazzo. Nessuno dei due testimoni è stato ascoltato dalla polizia tedesca.

Marta Silvestre

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