Adrano, confiscati beni di padre e figlio del clan Santangelo  Colpo per genero e nipote del capo della famiglia mafiosa

Una società di capitali, un’azienda nel settore di vendita e noleggio di auto con sede ad Adrano e anche un’automobile sono i beni confiscati al noto pregiudicato Antonino Quaceci (classe 1970) e al figlio Salvatore (classe 1992), entrambi già detenuti. Il decreto di confisca è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Catania

Questi beni, insieme ad altri, erano già stati oggetto di sequestro di prevenzione
eseguito dalla questura di Catania nel mese di giugno del 2019, su proposta della misura di prevenzione patrimoniale avanzata, in forma congiunta, dal procuratore
della Repubblica di Catania e dal questore di Catania. 

Con lo stesso provvedimento di confisca, inoltre, il tribunale ha disposto nei
confronti di Antonino Quaceci l’aggravamento della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di polizia per l’ulteriore durata di un anno con obbligo di soggiorno nel
Comune di residenza. Inoltre, a carico del figlio Salvatore è stata applicata la
misura di prevenzione della sorveglianza speciale per tre anni con obbligo di
soggiorno nel Comune di residenza

Dalle attività tecnico-investigative della squadra mobile e del commissariato di Adrano e dalle testimonianze di numerosi collaboratori di giustizia, è emerso un quadro che ha delineato la pericolosità sociale di padre e figlio, oltre a una abituale
consumazione di reati di rilevante allarme sociale (tra cui traffico di stupefacenti ed estorsioni) commessi all’interno dell’organizzazione mafiosa clan Santangelo, un’articolazione del clan Santapaola-Ercolano che opera prevalentemente ad Adrano, Paternò e
Biancavilla. 

Dalle indagini economico-patrimoniali della divisione anticrimine è stata poi evidenziata la
sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati al fisco e i beni acquistati e realizzati nel
tempo. Antonino e Salvatore Quaceci sono rispettivamente genero e nipote di Alfio Santangelo (classe 1953), inteso u Taccuni, capo indiscusso, promotore e organizzatore dell’omonimo clan mafioso. Quest’ultimo, sebbene detenuto in
carcere per lunghi periodi (e anche attualmente), ha continuato a impartire ordini e strategie criminali agli
associati, mantenendo sempre il comando del gruppo all’interno del quale
militano anche i Quaceci. 

Nei confronti di Santangelo, lo scorso luglio, la sezione misure di prevenzione del tribunale di Catania ha
disposto la confisca di cinque beni immobili nel comune di Adrano e
l’aggravamento di un ulteriore anno della misura personale della sorveglianza speciale con
obbligo di soggiorno. Con l’attuale confisca, il valore complessivo dei beni confiscati al clan è stimato in
circa 400mila euro.

Redazione

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