AddioSpreco, raccolto cibo per 50 famiglie disagiate Rocca: «Sensibilizzazione istituzioni ancora lontana»

«Il cibo se non lo butti basta per tutti». È questo il motto che anima AddioSpreco, l’associazione palermitana che si occupa di aiutare le persone in difficoltà e che ieri mattina è riuscita a raccogliere 50 pacchi alimentari da consegnare ad altrettante famiglie disagiate. Sono quattro gli obiettivi che si impegna a raggiungere: «Il primo è quello di raccogliere gli alimenti in sovrabbondanza, cioè quelli che verrebbero buttati a fine giornata, e donarli ai poveri e alle famiglie indigenti», spiega a MeridioNews Nino Rocca, volontario dell’associazione. «Il secondo – prosegue il volontario – è di carattere ecologico: l’umido finisce per diventare immondizia e quindi contribuisce ad alimentare le discariche. Iniziative come questa, in linea con le nuove normative di legge approvate ad agosto, tendono a diminuirne il carico».

E ancora, il terzo è quello di aiutare piccoli e grandi esercenti a diminuire proprio la tassa sull’immondizia: ma per realizzare questo serve che il Comune stili un regolamento in favore di quelle attività che donano l’esubero anziché buttarlo. In alcuni Comuni d’Italia le tasse per i commercianti impegnati in questi progetti sono diminuite anche del 30 per cento. Infine, il quarto obiettivo è quello di offrire alle persone con difficoltà occupazionali un lavoro: «Siamo in contatto con la chiesa di san Saverio, dove adottano il sistema del pranzo in sospeso – torna a dire Rocca – La domenica raccolgono dei fondi che servono a coprire le spese della raccolta: in media 1,50 euro a pacco per famiglia».

Iniziative come questa, fino ad ora, hanno goduto del supporto di associazioni e volontari. Ma per diventare una più concreta quotidianità è necessario l’appoggio delle istituzioni locali. «Dal centro nord in poi accade già . Speriamo in una sempre maggiore sinergia», prosegue il volontario di AddioSpreco, associazione che non è affatto nuova a questo progetto. La raccolta alimentare, infatti, viene sperimentata con successo già da un anno, c’è dietro quindi una certa esperienza: «L’associazione è stata registrata alla Regione e ha tutte le carte in regola per operare sul territorio. Stiamo cercando di fare rete con le altre associazioni, soprattutto con quelle più grosse come la Caritas e il Banco alimentare». Le famiglie da aiutare, invece, vengono individuate grazie l contributo fornito da chiese e parrocchie, alle quali spesso sono le famiglie stesse a rivolgersi: «Quando subentriamo noi il loro stato viene certificato controllando l’Isee, quindi c’è tutta una regolamentazione seria dietro», dice ancora Nino Rocca.

Neppure l’individuazione degli esercizi commerciali a cui rivolgersi per la raccolta è complessa come si può immaginare: «Nella maggior parte dei casi sono direttamente i commercianti che si fanno avanti, che si informano e che hanno voglia di prestarsi a queste iniziative», racconta ancora il volontario. Già da tempo moltissimi bar, panifici e rosticcerie offrono gratuitamente questo cibo a una decina di associazioni che a loro volta, dandosi il turno, distribuiscono il cibo la sera alle 250 persone che attualmente vivono per strada a Palermo. Oppure li mandano alla comunità di Biagio Conte e in altre strutture di accoglienza. «Quello che si raccoglie attualmente, però, è pochissimo, forse l’un per cento di quello che potrebbe essere realmente utilizzato – conclude l’uomo – Succede perché non c’è da parte del Comune un’organizzazione pari a quelle già presenti in altre città e capaci di mettere in sinergia tutte quelle realtà che sono predisposte per questo servizio. Noi attendiamo che anche l’istituzione palermitana si sensibilizzi rispetto a questi temi».

Silvia Buffa

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