«Fa passerella invece di risolvere i problemi». È la posizione di AddioPizzo Catania sulla visita a Catania del prefetto Umberto Postiglione, responsabile dell’agenzia che si occupa dei beni confiscati alla mafia. Scopo del viaggio è stata l’assegnazione di nuovi immobili prima di proprietà della malavita organizzata. «È l’ultimo dei problemi – dice a MeridioNews Chiara Barone, attivista dell’associazione antiracket – Dovrebbe invece rispondere sulla gestione delle aziende Riela e La.Ra.».
L’azienda di trasporti Riela ha alle spalle una lunga e travagliata storia. «Funzionava benissimo fino a quando non è stata truffata per sei milioni di euro – dice Barone – Il debito è stato messo a bilancio senza motivo e ha determinato il fallimento». Secondo la voce di AddioPizzo la colpa sarebbe degli amministratori giudiziari di allora, «in gran parte condannati e verso i quali non è mai stato richiesto un risarcimento». A pagare il crac della ditta sono stati i lavoratori: «L’agenzia ha proposto loro di costituirsi in cooperativa per ricevere in assegnazione capannoni e mezzi e così continuare l’attività». Ma, anticipato il denaro, «nessuno dei beni è stato loro assegnato – continua l’attivista – E ormai è troppo tardi per salvare i posti di lavoro».
A fare discutere è anche il destino della La.Ra., che opera nel settore metalmeccanico, ed è stata finora gestita dall’amministratore unico Giuseppe Giuffrida. «Ha sempre lavorato bene ma – sostiene l’associazione catanese – a un certo punto l’Agenzia ha iniziato a bocciare tutti i progetti che presentava». Nel corso della conferenza indetta al Lido dei Ciclopi, ad Aci Castello, Postiglione ha pure ufficializzato i successori di Giuffrida. «Saranno quattro. Una scelta discutibile sia per i risultati ottenuti dall’attuale dirigente sia perché bisognerà pagare con fondi pubblici quattro stipendi e non più uno». Un’altra critica mira alla sede distaccata dell’agenzia, che anni fa era stata inaugurata in viale Africa «ma che – dice Barone – ci risulta non essere mai stata utilizzata».
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