«Ciao mio caro fratello, ti ho sempre amato e ti amerò per tutta la vita, grande lottatore». Poche semplici parole, quelle di Marina Di Martino, per congedarsi dal fratello Andrea, fondatore dello storico locale Di Martino Drinks&Brunch, morto questa notte a 69 anni. Sulla pagina social di riferimento solo un messaggio postato questa mattina presto da una delle sue tre figlie per annunciare l’accaduto e i funerali, che si terranno sabato alle 9.30 alla parrocchia Santa Maria di Monserrato, in via delle Croci, a poca distanza dal locale: «Andrea, una persona speciale, buono e generoso, sempre pronto ad aiutare tutti, anche chi non lo meritava – si legge su Facebook – Punto di riferimento per le sue figlie Giada, Alessia, Roberta e per chiunque lo abbia conosciuto».
«Ottimista e ironico, riusciva a trovare il lato divertente in ogni situazione», di lui infatti è impossibile non ricordare quel sorriso sempre stampato sul volto. «Negli anni ’70 è riuscito a richiamare la movida palermitana nello storico locale di famiglia. Papà – si conclude il messaggio – sei e sarai sempre un amico e un papà speciale». Tanti i messaggi di cordoglio arrivati dagli utenti del web, increduli e rattristati da questa notizia: «Se ne va un pezzo della mia gioventù», scrive Anna Maria. Da quel ristorantino, da anni ormai punto di riferimento per moltissimi palermitani e non solo, sono passati anche non pochi turisti e personaggi noti, da Edoardo Bennato a Lando Buzzanca e Marcello Lippi. Domani, però, il locale resterà chiuso per lutto. Le attività riprenderanno regolarmente dalle 16 in poi.
Innamorato del mare, appassionato di calcio e grande tifoso del suo Palermo, Andrea Di Martino non era solo i suoi famosi panini e quelle patatine al rosmarino, oggi tra i piatti più richiesti del suo locale di via Mazzini. In pochi sanno che negli anni ’70 era un collaboratore giornalistico del Giornale di Sicilia: era il corrispondente dello sport da Villabate, e ancora custodiva con affetto la storica tessera del giornale. Passioni, sogni e sorrisi che adesso se ne vanno e che rendono questa Palermo un po’ più orfana.
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