Acqua: tutti (o quasi) i Comuni della Provincia di Palermo per la gestione pubblica

di Gabriele Bonafede

Come comunicato ai nostri lettori, alla recente assemblea dei Sindaci sulla proposta di gestione-EAS per l’acqua, 41 Sindaci su 52 hanno votato a favore del provvedimento per la gestione d’acqua da parte dell’EAS,  un ente pubblico.

Hanno votato contro i comuni di Cinisi, Terrasini , Villafrati, Mezzojuso, Altavilla Milicia, Castronovo di Sicilia, Campofiorito e Pollina (anziché Torretta come da noi inizialmente riportato e poi rettificato). Si sono astenuti i Sindaci di Palermo, Misilmeri e Termini Imerese.

Tuttavia, il voto di questi Comuni, contrapposto alla gestione-EAS, non va inteso come un voto contrario all’acqua pubblica. Tutt’altro: anche questi Comuni, o almeno una parte, sono espressamente per l’acqua pubblica ma con una gestione diretta da parte dell’amministrazione comunale anziché attraverso l’EAS.

I Comuni di Cinisi e Pollina, ad esempio, da tempo lottano per la gestione pubblica delle risorse idriche in maniera diretta, e cioè senza passare dall’EAS, ente che , obiettivamente, è in “cattive acque” dal punto di vista economico.

Non c’è quindi un’intenzione a favore dell’acqua privata e nemmeno contraria ai dipendenti dell’EAS. C’è invece, da parte di queste amministrazioni (almeno alcune), la fiducia nei propri mezzi organizzativi e le proprie conoscenze nella gestione efficiente delle risorse idriche.  Si tratta di conoscenze, capacità amministrative e tecniche spesso maturate in passate gestioni comunali delle risorse idriche.

D’altronde, anche il Comune più importante della Provincia e cioè quello di Palermo, ha più volte dichiarato la propria preferenza per l’acqua pubblica, recentemente con le parole del Sindaco del 21 Novembre scorso:

 “L’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita, e pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile, nonché all’acqua necessaria al soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile che può, a giusto titolo, essere individuato fra quelli tutelati all’art. 2 della Costituzione, come per altro sancito dal risultato elettorale del 2011 col quale milioni di italiani hanno fatto una chiara scelta per l’acqua pubblica”.

Così prosegue il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in una nota dell’ufficio stampa comunale pubblicata alcuni giorni fa:

“L’avvio del processo di trasformazione dell’AMAP in azienda speciale di diritto pubblico è per noi un passaggio chiave della filosofia con cui ci poniamo rispetto a questo tema. L’Amministrazione comunale vuole farsi garante del principio dell’accesso all’acqua per tutti ed è necessario quindi che siano posti in essere i conseguenti interventi di natura amministrativa”.

“Per la nostra giunta, e siamo certi che lo sia anche per il Consiglio comunale – conclude Orlando – vanno riaffermati due punti cardine: il primo è che il volere dei cittadini espresso con il referendum del 2011 è volere sovrano e va rispettato a tutti i livelli istituzionali; il secondo principio è quello intrinseco nell’atto approvato per la trasformazione dell’AMAP  –  l’ente per la gestione dell’acqua a Palermo – e cioè che l’acqua va riconosciuta, valorizzata e tutelata come bene comune e l’accesso all’acqua va garantito come diritto fondamentale non sottoposto alle leggi del mercato”.

Gabriele Bonafede

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