Finora hanno glissato sull’argomento. Ora dicono che, non c’è più tempo: siamo a fine legislatura e, soprattutto, mancherebbero le risorse finanziarie. In pratica i 90 ‘califfi’ di Sala d’Ercole, se ne lavano le mani e la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia resta sulla carta. Qualche sospetto sulla poca volontà profusa a favore di questo obiettivo, lo avevamo già avuto, come vi abbiamo raccontato in questo articolo.
Oggi, un’altra conferma, arriva dalle parole del Presidente dell’Ars, Francesco Cascio che stamattina ha incontrato i rappresentanti del Forum siciliano dei Movimenti per lAcqua e i Beni Comuni e del Comitato promotore della legge di iniziativa Popolare che mira a cacciare via i privati che si stanno arricchendo alle spalle dei siciliani: Il tema della gestione pubblica delle acque in Sicilia riveste grande importanza e non può rimane inascoltata la volontà espressa dai cittadini con un apposito referendum,” ammette Cascio “ma ciò va coniugato con le difficoltà del momento politico e con la penuria di risorse, che fanno sì che il ddl n. 642 di iniziativa popolare sulla ripubblicizzazione dellacqua, sia attualmente fermo in Commissione Bilancio, stante appunto la necessità di individuare risorse per la sua copertura finanziaria. Oltre al ddl di iniziativa popolare sono stati presentati disegni di legge di iniziativa parlamentare e ciò ha portato ad un testo unico esitato dalla IV Commissione dellArs Ambiente e Territorio, che è attualmente fermo in II commissione (Bilancio) proprio perché esso richiede un impegno di spesa. Ho dato, quindi, ampia disponibilità ai rappresentanti del comitato promotore, sia pur sottolineando come non sia semplice dirimere la questione in un frangente in cui oltre alla penuria finanziaria incombe la probabile scadenza anticipata della legislatura. Sul punto, al fine di pervenire ad una soluzione il più possibile rapida e sinergica, solleciterò un incontro tecnico tra la commissione Bilancio ed i rappresentanti del Comitato, affinché si possa portare il testo in Aula.
Ce la faranno i nostri eroi? I dubbi restano, la speranza che finalmente si decidano a fare una cosa buona pure.
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