“Acqua privata: in Sicilia Pd e Udc insieme sotto il segno di Caltagirone”

Saverio Cirpiano (foto a sinistra) è tra i fondatori di Sel in Sicilia. E’ candidato alle elezioni per il rinnovo dell’Ars nel collegio di Palermo. Ovviamente nella lista della Sinistra, dove troviamo Rifondazione comunista, Verdi, Un’altra Storia di Rita Borsellino, i ‘Cartelli’ della Sinistra e, naturalmente, Sel.

Da giovane, appena laureato in Scienze politiche, con indirizzo sociale, ha collaborato con il Formez. Lavora alla Provincia di Palermo. Si occupa di controllo dell’inquinamento dell’ambiente.

“A Palermo e in Sicilia serve il lavoro, quello vero”, ci dice Saverio Cipriano. “In tutti questi anni – aggiunge – abbiamo assistito alla distruzione del tessuto produttivo di Palermo e della sua provincia. E’ stato un massacro di imprese. E’ quasi del tutto scomparso il polo argentiero della città, dove operavano circa tremila addetti. Non c’è più la cantieristica ferroviaria. Penso alla Keller e all’Imesi di Carini. Aziende con migliaia di lavoratori. Di quel mondo è rimasto soltanto il gruppo Breda che ha acquisito l’Imesi, con un centinaio di lavoratori appena. Penso al Cantiere navale della città, che tra diretto e indotto dava lavoro a circa diecimila addetti. Oggi di una grande esperienza di lavoro e di vita rimangono appena quattrocento addetti”.

“Penso al polo meccanico – prosegue Cipriano – che a Palermo e provincia, con in testa la Fiat di Termini Imerese, occupava oltre cinquemila addetti. Tutto finito. Penso alla chimica Arenella, alla produzione delle scarpe, al polo alimentare. Che rimane, oggi, di tutto questo? Il vuoto. Serve una svolta”.

Le parole di questo dirigente di Sel, che parla di imprese e di lavoro produttivo, danno la misura del fallimento pressoché totale del Pd e della Cisl della Sicilia, che negli ultimi quattro anni, partecipando attivamente all’avventura trasformista del Governo regionale retto da Raffaele Lombardo, non hanno fatto altro che accarezzare precari da’stabilizzare’ e clientele fa sfamare.

“Il lavoro dà dignità, diritti e partecipazione – insiste Cipriano -. Mentre l’assistenzialismo e il clientelismo producono sottosviluppo economico e culturale”.

Questa è la Sicilia di oggi. Questa è la politica siciliana di oggi alle soglie delle elezioni regionali del 2012. Per sentire parlare di vera occupazione e di dignità del lavoro bisogna dialogare con un esponente della vera Sinistra. Perché se provate ad affrontare l’argomento con il Pd di Cracolici, Lumia, Papania e via continuando, vi accorgerete che le uniche forme di lavoro che questi signori conoscono e concepiscono sono i corsi di formazione professionale gestiti direttamente dalle società che fanno capo ai parlamentari, ieri con i soldi della Regione, oggi con i soldi dell’Unione Europea. O le nomine di sottogoverno (il primo pensiero di Cracolici dopo che il suo ‘pupillo’ è stato ‘trombato’ alle elezioni comunali è stato quello di trovargli un ‘posto’ di sottogoverno in un ente regionale che nulla ha a che vedere con le caratteristiche del fortunato-segnalato-nominato: e meno male che il Pd è all’opposizione del Governo Lombardo…).

Questa digressione sulle nomine di sottogoverno ci serve per introdurre con Cipriano il tema dei costi della politica. “Per non della Sinistra – ci dice – è una questione primaria: la prima cosa che faremo una volta entrati all’Ars sarà la presentazione di un disegno di legge per dimezzare le retribuzioni complessive dei parlamentari regionali. Quella fatta dal presidente dell’Ars uscente, Francesco Cascio, è una presa in giro. Non bisogna ridurre solo una delle tante voci che compongono le retribuzioni dei novanta parlamentari dell’Ars: bisogna incidere sulle retribuzioni complessive. Alla fine un deputato regionale quanto si porta a casa, al netto, ogni mese? Diciotto mila euro e rotti? Bene. Intanto dimezziamo questi diciottomila euro”.

“Una battaglia va condotta pure sul fronte delle nomine negli enti e nelle società regionali – aggiunge il dirigente di Sel -. Intanto vanno privilegiate le competenze. Chi va ad amministrare una società o un ente deve conoscere il settore. Ciò posto, va ridotto il numero di enti e società regionali. E vanno ridotte le indennità”.

Il discorso ritorna sul lavoro. Cipriano ci dice che il 16 ottobre verrà a Palermo l’astronauta Umberto Guidoni per parlare di lavoro qualificato nel Sud. “Va rilanciata – aggiunge – la formazione professionale: compito, questo, che spetta alla Regione siciliana”.

“La formazione professionale – aggiunge Cipriano – va pensata e realizzata anche provando a recuperare le tradizioni artigianali della Sicilia. A Palermo, ad esempio, c’era una grande tradizione di cesellatori dell’argento. Erano i figli dei calderai che si erano specializzati in questa particolare arte. La formazione professionale dovrebbe provare a recuperare queste antiche tradizioni per farle rivivere nelle giovani generazioni. Questa particolare forma di artigianato – ma il discorso riguarda un po’ tutto l’artigianato siciliano – se valorizzata con corsi di formazione professionale ad hoc potrebbe creare vera occupazione produttiva”.

Non possiamo non parlare dell’agguato contro Claudio Fava. Un tranello che, se fosse riuscito, avrebbe fatto saltare le liste della Sinistra dalle elezioni per il rinnovo dell’Ars.

“Hanno provato a metterci fuori dalla competizione elettorale – ci dice Cipriano -. Ma non ci sono riusciti. Oggi, paradossalmente, siamo più forti. Abbiamo, infatti, due candidati: Giovanna Marano e Claudio Fava. Due candidati che si completano: Fava è un po’ poeta e un po’ sognatore, Giovanna Marano coniuga poesia, politica e concretezza”.

Cipriamo spiega che ‘qualcuno’ ha provato a delegittimare Fava e la vera Sinistra per spingere gli elettori progressisti della Sicilia verso il Pd. Della serie: siccome Fava è un casinista, si è messo fuori da solo, votate per noi del Pd che, in fondo – molto in fondo, ma proprio in fondo in fondo ,osserviamo noi – siamo di sinistra…

“L’operazione è stata bloccata – dice sempre Cipriano -. Noi ci siamo. C’è Giovanna Marano. C’è ancora Fava che sarà il vice presidente della Regione. A tutti i siciliani e, in particolare, a chi vota a Sinistra dico: il vero voto utile è quello per cambiare le cose. E noi vogliamo cambiare le cose”.

Immancabile la domanda sull’acqua. L’Assemblea regionale siciliana uscente si è rifiutata di esaminare e meno che mai approvare il disegno di legge sulla ripubblicizzazione della gestione idrica presentato dal Comitato per l’acqua pubblica del quale fanno parte centinaia di Sindaci siciliani e migliaia di cittadini.

“Noi sosteniamo e sosterremo con tutte le nostre forze la battaglia politica e sociale per la ripubblicizzazione della gestione dell’acqua – ci dice sempre Cipriano -. Ma dobbiamo avere chiaro chi sono i nostri avversari. Il Pd siciliano, ad esempio, ha solo fatto finta di sostenere la ripubblicizzazione della’acqua. Di fatto, all’Ars, il Pd ha bloccato assieme alle forze politiche di centrodestra il disegno di legge per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Lo stesso Giovanni Panepinto, il parlamentare regionale del Pd che, almeno ufficialmente, si è battuto contro la privatizzazione dell’acqua, alla fine ha fatto gioco. E’ uno specchietto per le allodole. Serve per provare a tenere buoni gli elettori del Pd, che in maggioranza sono contrari alla privatizzazione dell’acqua”.

Su questa vicenda, in questi giorni, è in corso una battaglia sociale in tanti territori dell’Isola. Con il Governo Lombardo che, a meno di un mese dal voto, sta provando, con i commissariamenti, a favorire i privati.

“Tutti si chiedono perché, in queste elezioni regionale, il Pd è alleato dell’Udc – ci dice Cipriano -. Ebbene, uno dei punti, chiamiamolo così, del programma di Pd e Udc è proprio l’acqua. La gestione privata dell’acqua n Sicilia. Il suocero del leader dell’Udc, Casini, ovvero l’imprenditore Caltagirone, ha grandi interessi nel settore idrico siciliano. Pensate: i privati avrebbero voluto prendersi l’acquedotto pugliese. Ma Vendola li ha fermati. Adesso stanno provando a privatizzare tutta la gestione idrica siciliana. In barba a un referendum nazionale che ha sancito la gestione pubblica dell’acqua. Questi signori vanno fermati. Noi li vogliamo fermare e vogliamo che in Sicilia la gestione dell’acqua torni nella mani pubbliche”.

Altro argomento: il Muos di Niscemi. “Una follia – ci dice l’esponente di Sel -. Uno ‘Muostro’. Un’arma al servizio degli americani in territorio siciliano. Bisogna impedire che venga realizzato”.

Situazione finanziaria della Regione. “Prima hanno prosciugato tutta la liquidità – ci dice Cipriano -. Poi si sono cimentati con le entrare false. Provate a immaginare un’azienda che spende soldi che non ha. Il titolare finirebbe in galera. Negli uffici di questa Regione, invece, sembra tutto normale…”.

Rosario Crocetta, candidato di Pd e Udc alla presidenza della Regione. “Crocetta ha imbarcato di tutto – ci dice il candidato della Sinistra nel collegio di Palermo -. Nel mio paese, a Casteldaccia, il Sindaco, Giovanni Di Giacinto, era candidato con Grande Sud. Si racconta che aveva pronti anche i manifesti. Poi lo ritroviamo candidato con Crocetta”.

“Il vero problema non è legato a un candidato – osserva Cipriano – ma a una pluralità di candidature. Io non capisco come persone per bene della lista Crocetta e del Pd possano condividere un progetto politico con personaggi come Gaspare Vitrano, Nino Dina, Enzo Galioto, Alberto Campagna, Lino lenza e via continuando. Personaggi che sono i vri responsabili dei disastri di questi anni”.

 

Giulio Ambrosetti

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