Ieri il presidente dellArs, Giovanni Ardizzone, intervistato dal nostro giornale, alla nostra domanda su come immagina la gestione idrica in Sicilia, ha detto a chiare lettere che lui è per la gestione pubblica dellacqua.
Resta da capire il perché il Governo regionale di Rosario Crocetta ha optato, invece, per la gestione privata. E dire che in campagna elettorale – come ricordava ieri un comunicato dei Comitati siciliani per il ritorno alla gestione pubblica dellacqua – si era pronunciato per la gestione pubblica di questo settore. Perché il presidente Crocetta ha cambiato opinione? Perché ha abbracciato la devastante linea politica che, in questo settore, per quattro anni, è stata portata avanti dal precedente Governo Lombardo-Pd? Che cosa cè sotto? Interessi inconfessabili?
Oggi di questa vicenda dellacqua parliamo con Matteo mangia cavallo, parlamentare regionale del collegio di Agrigento del Movimento 5 Stelle. I grillini, è noto, sono favorevoli al ritorno alla gestione pubblica dellacqua.
Quando parliamo di ritorno alla gestione idrica pubblica facciamo riferimento a una demenziale legge nazionale, voluta nei primi anni del 2000 dal Governo Berlusconi, grande sponsor dellacqua ai privati.
Nel giugno del 2011 è stata celebrato il referendum popolare. Il 99 per cento di chi ha votato ha detto sì al ritorno alla gestione pubblica dellacqua.
In Sicilia il Governo Lombardo-Pd, lungi dalladeguarsi alla volontà popolare del referendum, ha perseguito la strada della gestione privata del settore. Una strada contrassegnata da interessi pesantissimi (in Sicilia questa parola ha un preciso significato ) e da risultati fallimentari.
Va precisato che non tutto il Pd siciliano è favorevole alla gestione dellacqua da parte dei privati. A imporre questa linea al Partito, durante la stagione del Governo Lombardo-Pd, è stata lala consociativa del Pd siciliano capeggiata da Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia. Linea, come già detto, fatta propria dal Governo Crocetta che, evidentemente, su questo versante, si muove in perfetta continuità con Cracolici, con Lumia e con Lombardo.
Abbiamo voluto scambiare qualche idea con Matteo Mangiacavallo perché Agrigento è la provincia che, più delle altre, ha provato ad opporsi alla prepotenza di Cracolici, Lumia e Lombardo. In questa provincia, la scorsa estate, è andate in scena una guerra tra molti Sindaci, che si sono rifiutati di cedere le infrastrutture ai privati; e gli stessi privati che, sostenuti da commissari ad acta (in buona parte illegittimi) nominati dal Governo Lombardo, provavano a scippare le infrastrutture ai Sindaci.
Mangiacavallo ci racconta che non tutto lAgrigentino si è ribellato, lo scorso anno, al Governo. Nel suo paese, Sciacca, ad esempio, il Comune non ha mai voluto gestire il servizio idrico. Questo – ci dice il deputato grillino – nonostante la disponibilità offerta da alcuni tecnici di lavorare gratuitamente nellinteresse della città.
Poi ci sono altri Comuni di questa provincia che, invece, preferiscono gestire lacqua in proprio. Detto questo, noi chiediamo al parlamentare del Movimento 5 Stelle che cosa pensa della giravolta del Governo regionale sulla questione idrica.
Io – ci dice Mangiacavallo – unidea, di questa storia, penso di averla maturata. A mio modesto avviso, il presidente della Regione, Crocetta, si fida dellassessore al ramo, Nicolò Marino. Il quale, a propria volta, si fida dei funzionari dellassessorato.
A proposito dei funzionari di questo assessorato regionale, Mangiacavallo ci racconta una storia che ci fa molto riflettere. Qualche settimana fa – racconta il parlamentare grillino – ai lavori della Commissione Ambiente e Territorio dellArs erano presenti anche i funzionari di questo assessorato. A sentire loro è impossibile tornare alla gestione pubblica dellacqua. Pronunciamenti della Corte Costituzionale di qua, Unione Europea di là. Insomma, il referendum popolare, a sentir loro, non servirebbe a niente. Alcuni dei presenti alla riunione non conoscevano questi funzionari. A un certo punto qualcuno dei presenti ha preso la parola e ha detto: Bene, abbiamo ascoltato le ragioni dei privati che operano nel settore idrico. Però, adesso, vorremmo sentire il parere di chi pensa, invece, che lacqua, in Sicilia, debba essere gestita dalla mano pubblica. A questo punto si è alzato uni dei funzionati e ha detto: Un momento, noi non siamo i rappresentanti dei privati: noi siamo funzionari dellassessorato!. Non vi dico limbarazzo che si è creato .
Dunque, se abbiamo capito bene, durante i lavori della Commissione legislativa Ambiente e Territorio dellArs i funzionari dellassessorato, invece di fare i funzionari pubblici, filosofeggiano sulla bontà della gestione privata dellacqua.
Presidente della Regione Crocetta, ci dica: non le sembra un po strano tutto questo? I funzionari di questo assessorato sono stati o no toccati dalla rotazione? Lei ha sempre detto che le rotazioni servono a togliere le incrostazioni: perché non toglie questi incrostati dallassessorato dellassessore Marino? Le sembra corretto che questi funzionari incrostati debbano riempire la testa allassessore Marino con queste storie dellacqua privata-pubbliche virtù?
La cosa strana sa qual è, presidente Crocetta? Che mentre i funzionari di questo assessorato filosofeggiano sullacqua ai privati lei ha cambiato opinione e si è convertito alle privatizzazioni. E guarda caso, le privatizzazioni idriche sono state avallate dal precedente Governo Lombardo del quale il senatore Giuseppe Lumia era uno degli sponsor: quel senatore Lumia che oggi è socio, con lei, nel Governo e nel Megafono.
Presidente, non sappiamo se a lei i conti tornano: a noi i conti tornano benissimo: unequazione di primo grado facile facile…
In ogni caso – ci dice ancora Mangiacavallo – il Governo non può ignorare lesito di un referendum popolare. Sotto questo profilo abbiamo appreso con piacere la disponibilità dellassessore Marino a ritirare il disegno di legge.
Per la cronaca, da sei mesi la Commissione Ambiente e Territorio dellArs lavora su un disegno di legge diniziativa popolare per il ritorno alla gestione pubblica dellacqua. Improvvisamente, due settimane fa, lassessore Marino si è presentato in Commissione con un nuovo disegno di legge che punta a far restare lì dove sono i privati. Ora, ci dice Mangiacavallo, lassessore Marino ha manifestato la disponibilità a ritirare il contestatissimo provvedimento.
La Commissione Ambiente e Territorio tornerà a discutere – così almeno si spera – sul testo che prevede il ritorno alla gestione pubblica dellacqua.
Possibilmente, evitando di far partecipare ai lavori della Commissione certi funzionari dellassessorato
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