E’ un disegno di legge controverso quello sull’acqua pubblica, da mesi in studio in commissione Ambiente all’Assemblea regionale siciliana. E che oggi sembra finalmente arrivato a una forma quasi definitiva: la nuova norma avrà una chiara connotazione anti-privatistica. Frutto delle modifiche applicate alla proposta del governo regionale di Rosario Crocetta, che tante critiche scatenò al momento del suo arrivo in aula, dopo essere passata dalla commissione presieduta dal Movimento 5 stelle l’orientamento dell’Ars sembra oggi quello di rispecchiare il lascito del referendum del 2011. Ribadendo il «no» dei siciliani alla privatizzazione del bene primario per eccellenza con un nuovo articolo 7 del Ddl. Questo rappresenterà, se approvato, l’inizio di una gestione dell’acqua delegata solo ad enti di diritto pubblico. E con tariffe uniche a livello regionale.
Per Valentina Palmeri, deputata del M5s che ha presieduto la sottocommissione acqua durante il travagliato iter del disegno di legge, «si è dato un indirizzo chiaro verso la gestione pubblica del servizio idrico, con la scelta, fortemente voluta dal Movimento, degli enti di diritto pubblico come modello di affidamento». E alle parole della deputata grillina, soddisfatta anche per «l’inserimento nel ddl di strumenti per la partecipazione diretta dei cittadini alla gestione del servizio idrico», si accoda anche il presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, anche lui del M5s. «Ci siamo battuti con ferrea determinazione per questo risultato – ha affermato Trizzino – La gestione privatistica non rispecchia il volere dei cittadini espresso nel 2011».
«Sembra sicuramente un passo in avanti rispetto alla precedente proposta di legge governativa, che lasciava gran parte della gestione ai privati. Nonostante il referendum, e 35mila firme raccolte per una legge di iniziativa popolare mai arrivata all’Ars», commenta Danilo Pulvirenti, tra i maggiori promotori del referendum e membro del Forum catanese per l’Acqua bene comune. Che, pur specificando di non avendo ancora letto il testo della nuova proposta di legge, non canta ancora vittoria: sono ancora molte le questioni da definire.
«Resta ancora in sospeso la natura di questi enti di diritto pubblico: se saranno consorzi tra comuni, o altro, si deve ancora decidere», commenta Pulvirenti. Che, tra i maggiori ostacoli, vede la controversa vicenda della costituzione di un Ambito territoriale ottimale per l’intera Sicilia. «All’interno del Forum si parla ancora molto della creazione di un Ato unico, perché di certo non favorirebbe la partecipazione dei cittadini e un reale controllo da parte dei comuni – prosegue Pulvirenti – Ma la questione principale è quella della tariffa unica. Una delle proposte del forum dell’acqua era che le opere necessarie per l’ammodernamento dei nuovi impianti, diventino a tutti gli effetti equiparate a opere pubbliche, pagate dalle tasse. Mentre la tariffa pagata dai cittadini resterebbe solo per il costo vivo del servizio. Pertanto, aspettiamo di capire cosa prevede il Ddl anche su questo», conclude Pulvirenti.
Ultimata la modifica del controverso articolo 7, mancano ancora «alcuni articoli secondari da esaminare perché la proposta arrivi al voto dell’Ars», spiegano i deputati pentastellati. Che, sempre in sede di commissione, hanno approvato una risoluzione del deputato Matteo Mangiacavallo: le molte famiglie morose nei confronti di Girgenti Acque, la società che fornisce, spesso a caro prezzo, l’acqua nella zona di Agrigento, non verranno private dell’allacciatura. «La risoluzione, si basa sulla recente Legge regionale numero 2 del 2013, che sancisce il diritto allacqua come fondamentale», conclude il comunicato dei deputati del M5s.
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