Stamattina abbiamo dato notizia delle schifezze che stanno avvenendo nella gestione dei rifiuti in Sicilia. Dell’insolito ‘attivismo’ di un esecutivo regionale dimissionario che, dopo non avere applicato una legge per due anni, la ‘riscopre’ nell’ultimo mese e mezzo di governo per obbligare i Comuni a entrare nelle nuove Società per lo smaltimento dei rifiuti. Un Governo – il solito Governo Lombardo – che si comporta come se dovesse restare in carica chissà quanti anni ancora: che intima ai Sindaci di “obbedire” e che invia commissari, naturalmente contestati dagli stessi primi cittadini.
La stessa cosa sta succedendo con l’acqua. Il solito Governo Lombardo vuole ‘chiudere’ subito le operazioni con la gestione idrica. Lo scorso anno gli italiani hanno deciso, con un referendum popolare, che la gestione dell’aqua deve tornare pubblica. La classe politica di un Paese democratico avrebbe adeguato le leggi alla volontà popolare. Ma in Italia questo non succede. Perché? (a sinistra, foto tratta da siracusanews.it)
Semplice: perché i parlamentari nazionali, nel nostro Paese, non rispondono al popolo sovrano, ma alle camarille che li hanno designati alla Camera dei deputati e al Senato. Questo avviene grazie al ‘Porcellum’, la legge elettorale, tutt’ora in vigore, che consente ai potentati di ‘trasformare’ i propri ‘camerieri’ in parlamentari.
Anche in Sicilia le cose non vanno meglio. Oltre cento Sindaci hanno presentato all’Ars un disegno di legge di iniziativa popolare per far gestire dal pubblico un servizio – il servizio idrico – che oggi è ancora nelle mani dei privati. Ma la politica siciliana – arrogante e culturalmente mafiosa – presente nella vecchia Assemblea regionale siciliana si è rifiutata categoricamente di metere in discussione questo disegno di legge.
In questa azione di boicottaggio del disegno di legge di iniziativa popolare si sono distinti il presidente uscente dell’Ars, Francesco Cascio, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il Governo nel suo complesso e il Pd siciliano. E’ bene che gli elettori siciliani interessati al ritorno alla gestione pubblica dell’acqua se ne ricordino.
E’ bene che su questo punto il candidato alla presidenza della Regione di Pd e Udc, Rosario Crocetta, spieghi cosa pensa, non con inviti generici alla gestione pubblica dell’acqua, ma indicando la via legislativa che intende seguire per realizzzare questo obiettivo. Tenendo conto che i due Partiti che lo sostengono – o che dicono di sostenerlo – Pd e Udc, fino ad oggi, sono stati favorevoli alla gestione privata dell’acqua.
Detto questo, informiamo i nostri lettori che stamattina a Rosolini, in provincia di Siracusa, 11 Sindaci di questa provincia hanno impedito al commissario inviato dal Governo Lombardo di insediarsi.
Domani mattina, sempre a Rosolini, è prevista una grande manifestazione di popolo contro l’arroganza del Governo Lombardo: un Governo dimissionario che insiste con la gestione privata dell’acqua nonostante un referendum popolare e nonostante un disegno di legge d’iniziativa popolare che un’Assemblea regionale siciliana screditata si è rifiutata di esaminare.
La verità è che è iniziata la rivolta dei Sindaci contro la tracotanza di un Governo regionale che ne ha combinate di tutti i colori e che continua a produrre arroganza e atti contrari al buon senso politico.
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