Acqua: 52 Comuni del Palermitano rischiano di restare a secco

LO DICE IN UN’INTERROGAZIONE IL PARLAMENTARE REGIONALE DEL NUOVO CENTRODESTRA, PIETRO ALONGI. L’INTERVENTO DELLA DEPUTATA GRILLINA VALENTINA PALMERI

“Evitiamo assolutamente che mezzo milione di cittadini della provincia di Palermo possano rimanere con i rubinetti a secco! Evitiamo anche un gravissimo danno all’economia, specialmente quella legata al comparto del Turismo”.

Questo è il ‘succo’ di un’interrogazione del parlamentare regionale del Nuovo centrodestra, Pietro Alongi, che punta i riflettori sull’urgenza che si sta venendo a creare nella gestione delle reti idriche nella provincia di Palermo.

Il problema riguarda 52 Comuni della provincia di Palermo. Il servizio idrico di tali Comuni, fino a un paio di mesi addietro, è stato gestito da una società privata, APS, poi fallita. Dopo un periodo tormentato, inseguito alla celebrazione della gara, il servizio dovrebbe essere stato affidato a una nuova società: Onda Energia.

Il condizionale è d’obbligo, perché otto Comuni dei 52 (e precisamente Cinisi, Trappeto, Terrasini, Trappeto, Villafrati, Mezzojuso, Altavilla, Campofiorito e Castronovo) hanno avuto riassegnata la gestione delle risorse idriche a seguito di ricorso presentato e accettato dalla sezione civile della Corte d’Appello di Palermo.

“A seguito di questa diminuzione, successiva all’assegnazione per bando del servizio – sottolinea Alongi – Onda Energia si è riservata di accettare la gestione stessa, visto che la sua offerta di gara era congrua per la gestione di 52 comuni e non di 44”.

“Dai giornali – prosegue Alongi – apprendiamo finalmente qualcosa di certo ma, nello stesso tempo, inquietante: la Onda Energia prenderà una decisione entro il 10 luglio prossimo, a soli cinque giorni dalla scadenza della gestione commissariale dell’Ato idrico di Palermo. In pratica – conclude il parlamentare – senza un margine di tempo che possa scongiurare l’interruzione del servizio”.

Per questo, Alongi chiede al Governo e al presidente della Regione l’istituzione di un tavolo finalizzato a una norma immediata che scongiuri il pericolo dell’interruzione del servizio. Il parlamentare chiede inoltre che si attivino le misure economiche per consentire lo start up a quei Comuni, o ai Consorzi di Comuni che intendano gestire le proprie reti.

Infine, Alongi esorta all’attivazione di “ogni iniziativa che garantisca la gestione pubblica dell’acqua, garantendo efficacia ed economicità”, anche accelerando l’iter della legge che, parlando di acqua, …stagna all’Ars.

Sulla gestione idrica interviene anche la parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars, Valentina Palmeri.

“In linea con le mozioni e gli ordini del giorno presentati dal mese di Ottobre ad oggi, sulla gestione del servizio idrico dell’Ato 1 Palermo – dice la deputata grillina – esprimiamo apprezzamento per le parole dell’assessore all’Ambiente del Comune di Palermo, Cesare Lapiana. L’assessore prende posizione a favore dell’acqua pubblica e palesa la disponibilità del Comune stesso, per il tramite della sua azienda pubblica Amap, a gestire il servizio idrico integrato dei 52 Comuni dell’Ato 1, gestiti attualmente da APS, società dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo”.

In realtà, ASP non gestisce più il servizio idrico in questi 52 Comuni, che è stato assicurato dalla buona volontà dei dipendenti ex APS, che si battono per conservare i propri posti di lavoro. Tra l’altro, come ricorda Alongi, 8 Comuni del Palermitano hanno deciso di riappropriarsi della gestione idrica. Mentre i vertici dell’Amap, se proprio la dobbiamo raccontare tutta, hanno manifestato disponibilità a gestire il servizio idrico nei Comuni del Palermitano, ma non vogliono il personale ex APS.

Valentina Palmeri conclude il suo comunicato augurandosi che “l’acqua pubblica non rimanga solo una bandiera da sventolare in campagna elettorale”.

Nota a margine

In realtà, il disegno di legge sulla riforma del servizio idrico è sostanzialmente bloccato dall’inizio della legislatura. Mentre i privati – con l’eccezione di alcuni Comuni – fanno il bello e il cattivo tempo.

A nostro avviso, l’Ars – almeno in questa legislatura – non approverà mai il disegno di legge sul ritorno alla gestione dell’acqua pubblica. Per un motivo semplice: perché gli alleati del presidente Crocetta hanno interessi nella gestione idrica privata. Il resto sono solo minchiate. 

Quanto ai 52 Comuni del Palermitano, l’unica cosa saggia l’hanno fatta gli 8 Comuni riprendendosi la gestione dell’acqua. Anche gli altri Comuni farebbero bene a fare la stessa cosa.

Redazione

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