«Perché dovrei pagare di più a causa del ritardo nella lettura dei contatori?» È il quesito che si pone un residente di uno dei tanti Comuni della provincia etnea in cui il servizio idrico è gestito da Acoset. Come lui potrebbero però essere migliaia gli utenti interessati al caso delle bollette salate recapitate dalla società per azioni che accoglie una ventina di enti locali, compreso il Comune di Catania, dove Acoset serve il quartiere San Giovanni Galermo. «In molti potrebbero non essersene accorti, perché le bollette non sono di facile lettura, ma sono state calcolate cifre in eccesso – racconta l’utente a MeridioNews – nel momento in cui la lettura dei consumi è avvenuta con settimane di ritardo».
All’origine della denuncia c’è infatti la collocazione in quarta fascia di costo dei metri cubi d’acqua utilizzati nei giorni successivi alla scadenza del canonico trimestre. Le tariffe Acoset, infatti, prevedono una variazione dei prezzi in base al quantitativo di acqua di cui si è usufruito: da una soglia base di 15 metri cubi al costo unitario di poco meno di 53 centesimi si passa alla prima fascia da 27 metri cubi caratterizzata da un costo al metro cubo di circa 75 centesimi. Superata dunque la quantità complessiva di 42 metri cubi, la parte eccedente finisce in seconda fascia per i primi 12 metri (1,13 euro a metro cubo) e per i successivi 15 metri cubi in terza fascia (1,88 euro). L’ultimo scaglione è la quarta fascia tramite cui vengono conteggiati i consumi superati i 69 metri cubi complessivi.
Un meccanismo che risponde alla necessità di garantire i servizi essenziali a prezzi contenuti e al contempo contenere gli sprechi. Le cose cambiano, però, se nel computo finale, prima dell’emissione della bolletta, finiscono i consumi di quelli che sulla carta dovrebbero essere i primi giorni del nuovo trimestre. Acqua dunque che andrebbe conteggiata all’interno della soglia base e che invece è stata fatta pagare al prezzo più alto. «Hanno fatto la lettura con oltre due settimane di ritardo e ciò ha significato un addebito di oltre cinquanta euro in più rispetto a quanto avrei dovuto pagare», lamenta l’utente.
«Siamo a conoscenza di questo problema, ma è stato legato al Covid-19 e ai problemi che abbiamo avuto con il personale». A parlare è Diego Di Gloria, presidente del consiglio di amministrazione di Acoset. Nominato nell’estate di due anni fa, Di Gloria assicura che prima della pandemia non c’erano mai stati fatti simili. «Abbiamo stabilito un modo per compensare gli addebiti in eccesso e andremo a compensare quanti hanno ricevuto le bollette salate», spiega il presidente della società a MeridioNews. «Contiamo di non averne più bisogno, ma questo sistema ci servirà anche in futuro, qualora dovessero verificarsi altri ritardi nelle letture». Tra chi ha ottenuto il rimborso c’è anche l’utente che ha contattato questa testata. «È vero che hanno compensato, ma in un modo che a mio avviso mi è costato comunque circa 25 euro, perché – commenta – è stato calcolato utilizzando un coefficiente che di fatto mi ha penalizzato rispetto a quanto contabilizzato in bolletta».
Una soluzione ai disservizi scaturiti dalle letture in ritardo potrebbe arrivare dall’installazione di contatori di ultima generazione, capaci di inviare i dati sui consumi in tempo reale. «Abbiamo 90mila utenze e il servizio va pagato con le bollette – spiega Di Gloria – Per noi al momento si tratterebbe di un investimento insostenibile. Tuttavia, speriamo che le cose migliorino prossimamente e un aiuto potrebbe arrivare dai fondi europei». Per intercettarli, però, c’è bisogno che l’intero settore si allinei alle normative in vigore che prevedono che ci sia un unico gestore per ogni ambito idrico e non la galassia di piccole e medie società che ha in mano le reti idriche nella provincia. «A fine dell’anno scorso l’Assemblea territoriale idrica ha formalizzato la volontà di costituire una società consortile di cui faremo parte insieme a Sidra, Sogip e e Ama – va avanti Di Gloria -. Nelle ultime settimane abbiamo dovuto rivedere lo statuto, ma speriamo nel giro di poco di avviare la gestione».
Prima, però, servirà anche un passaggio dai singoli Consigli comunali. «La possibilità che qualcuno bocci l’unificazione? Lo escludo, sarebbe una responsabilità politica troppo grande e impossibile da giustificare», conclude il presidente di Acoset.
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