Acireale, sospetta malasanità: denunciati i medici Asp avvia indagine dopo morte 47enne per infarto

Al dolore per la scomparsa di Antonino Gulisanomorto ieri all’ospedale Santa Venera di Acireale, fa seguito la denuncia a carico dei medici da parte dei familiari. Il sospetto di questi ultimi è che il 47enne di Riposto sia rimasto vittima di un caso di malasanità, più che delle conseguenze dell’infarto che lo hanno portato al decesso. Sarebbe rimasto in attesa per oltre due ore, al pronto soccorso, senza essere sottoposto ai necessari esami per constatare la gravità delle sue condizioni. L’azienda ospedaliera che si occupa della struttura intanto ha avviato indagini interne per comprendere le ragioni dell’accaduto. 

«Mio fratello si è sentito male poco prima delle 14 di oggi pomeriggio. Per questo motivo abbiamo subito chiamato il 118. Quando sono arrivati i paramedici Antonino era pallido e gli faceva male il petto, cosa che ha regolarmente detto. Uno degli operatori gli ha chiesto se sentisse un formicolio al braccio sinistro e, una volta avuta risposta positiva, ha detto di fare immediatamente un elettrocardiogramma», iniziava così il racconto fatto ieri a MeridioNews dal fratello della vittima. Ma Antonino Gulisano è morto in sala d’attesa prima che gli venisse fatto l’esame. Su questi passaggi si basa la denuncia dei parenti: «I medici erano in condizione di capire e fare qualcosa ma se ne sono fregati». L’accusa, formalizzata oggi al commissariato di polizia, potrebbe precedere l’avvio di un’inchiesta giudiziaria

Intanto una verifica interna è già in corso all’interno della struttura di Acireale, già al cento di critiche da parte dei pazienti. «Quando si verifica un decesso in sanità, sempre i professionisti e le organizzazioni si interrogano per comprenderne le ragioni», scrive il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Giammanco. In particolare, al centro dell’attenzione del dirigente, c’è «che l’evento si è verificato per un paziente in pronto soccorso, dove prioritariamente sono dedicate attenzioni nella valutazione dei processi». Proprio i tempi di risposta all’emergenza, in caso di infarto, sono riconosciuti determinanti per mettere in salvo la vita del paziente. Il primario del reparto Maurizio Platania, raggiunto da MeridioNews aveva risposto: «Non sono a conoscenza dei fatti citati perché non mi trovavo in ospedale. Sono sicuro però che i medici hanno fatto il loro dovere ed è stato fatto tutto quello che si doveva per prestare aiuto al paziente».

Redazione

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