La decisione del governo Renzi di dirottare le risorse destinate alla Sicilia verso incentivi alle imprese mette in crisi i progetti di molti Comuni. Nel centro ionico verranno meno due milioni. Con lo stop a opere su cui i progettisti stavano già lavorando. Il presidente regionale della Federazione hockey: «Politici siciliani, vergogna»
Acireale, senza fondi Pac saltano pattinodromo e ciclabile Persi 2 milioni di euro. E si rischiano anche contenziosi
Ad Acireale non verrà completato il pattinodromo, e non sarà nemmeno realizzata la pista ciclabile sulla vecchia ferrovia. Il ritiro dei fondi per le opere, due milioni di euro provenienti dal Piano di azione per la coesione Pac, è stato deciso del governo nazionale. Un fulmine non proprio a ciel sereno, ma comunque inaspettato al punto da scatenare le proteste dell’amministrazione comunale che rischia adesso di ritrovarsi a pagare contenziosi con progettisti e tecnici che avevano iniziato a lavorare ai progetti. Pesanti accuse ben distanti dal politicamente corretto arrivano anche dal presidente del comitato regionale della Federazione italiana hockey pattinaggio, Massimiliano Trovato, che su Facebook riversa insulti sui «deputati acesi e catanesi che siedono a Roma», ma anche su Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio, visto lo stallo politico-burocratico regionale, ha quindi scelto di dirottare le risorse destinate alla Sicilia verso quegli incentivi per le imprese su cui il premier punta per la ripresa del Paese, continuano a far discutere da Palermo a Catania.
Una cattiva novella che riguarda in primo luogo le città metropolitane, ma anche per tutti i Comuni che, come Acireale, in questi anni hanno puntato sui fondi europei per la realizzazione di opere infrastrutturali; lavori che, considerate le condizioni finanziarie degli enti locali, difficilmente potrebbero sorgere altrimenti. E nella città dei cento campanili, il mancato completamento delle due opere è stato giudicato un vero e proprio scippo. Per il pattinodromo comunale era stato già assegnato l’incarico per la progettazione della copertura e dell’ammodernamento dei locali, mentre la pista ciclabile, che sarebbe dovuta sorgere lungo il percorso della ex ferrovia, è rimandata a data da destinarsi.
Nel caso del pattinodromo l’improvviso stop ha scatenato, come detto, la rabbia del presidente Fihp Massimiliano Trovato, che ha rivolto pesanti accuse a tutti quei politici, locali e non, che a suo dire non avrebbero fatto quanto necessario per evitare che la Sicilia venisse privata dei fondi. «Spero di non incontrare i deputati, perché quattro cose gli saranno dette. Vergogna votare la distruzione della Sicilia», ha scritto su Facebook. Tra i destinatari delle invettive di Trovato c’è anche il segretario regionale del Partito democratico, Fausto Raciti, che nelle duplici vesti di deputato nazionale e guida politica del partito in Sicilia sarebbe uno dei principali responsabili. «Con quale coraggio il signor Fausto Raciti potrà venire ad Acireale?», si chiede il neopresidente regionale della Fihp. Altre parole non proprio dolci spettano al ministro degli Interni, Angelino Alfano colpevole di «affondare la Sicilia».
A esserci rimasta male è anche l’amministrazione comunale di Acireale, che per bocca dell’assessore ai Lavori pubblici, Nando Ardita, ammette: «È stata davvero una brutta notizia. Non troviamo giusto che per colpe di certo non nostre vengano ritirate risorse fondamentali per migliorare la qualità della vita della città». E l’assessore ai Lavori pubblici si concentra soprattutto sulla pista ciclabile. «Si tratta di qualcosa – continua Ardita – su cui sin dall’inizio abbiamo creduto molto. Un’opera per cui abbiamo lavorato modificando anche il progetto iniziale troppo esoso, e che avrebbe potuto innalzare la qualità turistica della nostra città».
In ballo, adesso c’è anche la possibilità di ritrovarsi al centro di contenziosi per eventuali spese da sostenere nei casi in cui gli incarichi per la progettazione erano stati già assegnati: «Certo, c’è anche questa possibilità – conclude l’assessore – ma al momento non vogliamo pensarci. Per adesso, speriamo che il premier Renzi possa tornare indietro e per farlo cercheremo di sostenere quanto più possibile il presidente della Regione, Rosario Crocetta, affinché spinga il governo nazionale torni a pensare alla Sicilia».