Quando arriva la notizia della perdita del finanziamento da due milioni di euro per la messa in sicurezza di via Carico, il sindaco di Acireale, Stefano Alì, è seduto all’interno del suo ufficio. L’ultimo bollettino della Protezione civile non segna più il livello arancione come nei giorni scorsi, ma le previsioni non escludono possa tornare a piovere. E la pioggia da queste parti, si sa, non garantisce mai molta sicurezza. «Sapevamo che fosse a rischio, ma non che fosse in procinto di essere revocato», ammette al telefono a MeridioNews, facendo riferimento a una decisione presa una settimana fa dalla giunta regionale guidata da Nello Musumeci.
Eletto a giugno con una candidatura laica all’interno dei cinquestelle, Alì in questi primi sei mesi non ha mancato di sottolineare quanto la situazione ereditata dall’amministrazione precedente – decaduta dopo l’arresto dell’allora sindaco Roberto Barbagallo, attualmente sotto processo con l’accusa di corruzione politico-elettorale – non sia stata delle migliori. «Le difficoltà sono diverse e riguardano soprattutto l’organizzazione dell’attività interna, ma si riflettono anche in vicende come questa – prosegue -. La revoca del finanziamento per via Carico è una grossa perdita per la nostra città. Quella è una zona che da anni patisce gravi disagi in occasione delle piogge, creando seri pericoli per l’incolumità di chi transita. Purtroppo abbiamo pagato la carenza della documentazione a sostegno del progetto».
All’origine dello stop al finanziamento – inserito nell’ampissimo ventaglio dei progetti legati al Patto per il Sud – c’è stata la decisione da parte della Regione di riprogrammare le risorse in un primo tempo destinate ad Acireale, destinandole alla messa in sicurezza della riserva di Casagrande, in provincia di Siracusa, e di Scala dei Turchi, nell’Agrigentino. A subire il taglio anche il Comune di Monforte San Giorgio, a cui era stato dato poco più di un milione e 900mila euro. La motivazione riportata nella relazione del commissario per il rischio idrogeologico Maurizio Croce è legata alla mancanza di una precisa definizione dell’intervento da effettuare nella strada ricadente nella frazione di Santa Maria Ammalati nonché del punto esatto in cui effettuare i lavori. «La scorsa settimana siamo stati convocati negli uffici della Regione e ci è stato fatto presente che quattro nostri finanziamenti sono a rischio, uno di questi era appunto quello per via Carico», spiega Alì. Gli altri tre riguardano un intervento sul torrente Lavinaio-Platani, già oggetto di altri finanziamenti, la via Wagner e la zona tra San Giovanni e la frazione di Aci Platani.
Ad annunciare con entusiasmo i finanziamenti era stato un anno fa l’allora primo cittadino Roberto Barbagallo. «Investire sulla sicurezza del territorio è indispensabile. Per questo abbiamo lavorato con il massimo impegno negli anni passati per ottenere il finanziamento», affermava il 10 ottobre 2017. Tale impegno, però, non avrebbe portato risultati sufficienti a garantire la conferma delle risorse. Perlomeno per quanto riguarda via Carico. Per chi si chiedesse come mai la Regione abbia depennato i due milioni per Santa Maria Ammalati, anziché gli altri, la risposta potrebbe essere di natura amministrativa: i quattro progetti, infatti, erano seguiti tutti dallo stesso rup Salvatore Di Stefano, dirigente coinvolto nell’inchiesta Sibilla, la stessa che ha riguardato Barbagallo.
All’indomani dell’arresto la Regione comunicò al Comune di Acireale l’avocazione dei procedimenti riguardanti via Wagner, San Giovanni e il Lavinaio-Platani, non comunicando nulla in merito a via Carico. Il motivo starebbe nel fatto che per quest’ultimo progetto da Acireale non sono state inviate informazioni in merito. Una svista costata caro. «Quella dei rup è una delle problematiche che ci crea più difficoltà. Molti progetti in passato erano seguiti dagli ingegneri Salvatore Di Stefano e Giovanni Barbagallo (anche lui sotto processo, ndr) – commenta il sindaco Alì -. All’epoca erano in quattro, oggi ne sono rimasti soltanto due». Carenza a cui l’amministrazione comunale spera di sopperire al più presto con nuove assunzioni di dirigenti, anche se per farlo bisognerà attendere l’approvazione del bilancio consolidato. Anche se nel caso di via Carico la questione sarebbe stata diversa: il rup c’era, ma la Regione non lo sapeva.
«Trovo la decisione della Regione corretta nell’interesse generale – dichiara la deputata del M5s, Angela Foti, principale fautrice della candidatura di Alì, nonostante il passato da tesserato del Pd -. Posso però rassicurare gli acesi sulla disponibilità da parte del commissario Croce a tornare a finanziare l’intervento per via Carico, a patto però che venga presentata una documentazione adeguata». La deputata, facendo riferimento a un colloquio con l’ex assessore regionale al Territorio, conferma che «dal momento in cui il finanziamento è stato inserito nel Patto del Sud il Comune non aveva fatto alcun passo avanti nello sviluppo del progetto. E questo nonostante diverse sollecitazioni da parte dell’amministrazione regionale».
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