Acireale, promemoria contro dipendenti fannulloni Gli uffici: «Sono norme che tutti conoscono»

Svolta all’insegna del rigore per i dipendenti comunali di Acireale. Una circolare contenente otto punti è stata inoltrata negli scorsi giorni dal segretario generale del Comune, Giovanni Spinella, all’indirizzo degli uffici. Nella nota vengono elencate le prescrizioni a cui gli impiegati dovranno attenersi nel rispetto del codice di comportamento. Le regole comprendono il tradizionale rispetto dell’orario lavorativo, che non ammetterà più «un uso discrezionale del monte ore lavorativo», e anche altri aspetti apparentemente meno formali, ma che nell’immaginario collettivo sono assurti a simbolo dell’inadempienza nel pubblico impiego, come nel caso delle pause al bar: «Il caffè e la colazione al bar – si legge nella circolare – non sono consentiti durante l’orario di servizio». 

Ma per gli amanti dell’espresso la vita sarà più problematica anche qualora optassero per la relativa macchinetta erogratrice: «L’eventuale breve pausa – scrive Spinella – nei locali comunali deve avvenire dopo un certo lasso di tempo dall’inizio dell’attività lavorativa». Anche perché altrimenti, ricorda il segretario, «non sarebbe una pausa». La circolare poi si concentra sull’abitudine di alcuni dipendenti di vivere gli uffici fuori dall’orario di servizio. Stando ad alcune indiscrezioni, il fenomeno riguarderebbe alcuni settori specifici che però non vengono menzionati nella nota di Spinella: «Non è ammessa la presenza di dipendenti, senza l’autorizzazione dei direttori di area o dirigenti o responsabili – si legge – nei luoghi di lavoro al di fuori dell’orario di servizio e nei giorni non lavorativi».

La nota del segretario generale arriva a distanza di alcuni mesi da un’altra, più sintetica, in cui si ricordava ai dipendenti di timbrare il cartellino a ogni accesso o uscita dagli uffici: «Pervengono copiosi casi di omessa timbratura da parte dei dipendenti – scriveva Spinella a dicembre – e che la gran parte di essi si giustifica con la mera dimenticanza».

Da parte dei diretti interessati, intanto, la reazione è di stupore. Mentre si attende per le prossime ore una nota da parte del coordinamento delle rsu comunali, informalmente viene fatto sapere che la circolare che sta tanto facendo discutere non aggiunge nulla a ciò che si è sempre saputo: «Mi sembra un buon promemoria per ciò che già si sapeva – commenta un rappresentante -. Questo regolamento periodicamente circola tra gli uffici, sono norme che ogni lavoratore conosce». Altri invece si concentrano su altri aspetti dell’azione dell’amministrazione nei confronti dei dipendenti: «Sui giornali escono le notizie riguardanti le misure per combattere le inadempienze – dichiara un altro rappresentante dei lavoratori – ma poco si dice della decisione di tagliare completamente i buoni pasto. Si fa riferimento alla spending review, ma si tratterebbe di trovare 60mila euro per coprire il costo di un rientro settimanale – continua – cifra che ci dicono sia fuori dalla portata delle risorse del Comune, anche se basterebbe evitare altri sprechi e razionalizzare meglio le risorse».

Nell’attesa di capire se la nota avrà effetti concreti sul funzionamento di una macchina burocratica, che ad Acireale conta oltre 500 unità, da qualche giorno si rincorrono le voci secondo cui le forze dell’ordine – che al momento non confermano – avrebbero condotto un’indagine su circa 60 dipendenti comunali, sospettati di aver assunto nel corso del tempo un comportamento quantomeno leggero nell’assolvimento dei propri doveri.

Simone Olivelli

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