Acireale, polemica sui lavori alla villa Garozzo: «Ad aprile poteva essere riaperta»

Prima la chiusura, poi i lavori di ristrutturazione, i fondi europei, l’azolo, la riapertura in concomitanza con una tragedia che ha sconvolto l’intera città, l’opinabilità del gusto, il verde abbandonato, i problemi di sicurezza, un ramo che cade e rischia di travolgere una bambina, di nuovo la chiusura. Ad Acireale la villa Belvedere da mesi è al centro del dibattito cittadino. Non vi è stata promessa elettorale o critica che prima o poi non facesse riferimento al principale parco cittadino, un tempo luogo per eccellenza da visitare e oggi cartina al tornasole con cui misurare l’operato di chi amministra e più in generale l’umore dei cittadini. Quanto accaduto sabato scorso – la tragedia sfiorata, prima, e la decisione da parte dell’amministrazione Barbagallo di tornare a chiudere la villa, dopo – ha riacceso la polemica sulla qualità dei lavori effettuati, riportando nell’occhio del ciclone l’ex sindaco Nino Garozzo accusato da alcuni di eccessiva negligenza nel monitoraggio del restauro del parco.

Garozzo, dopo i fatti di sabato, qual è il suo stato d’animo? Si sente in parte responsabile di quanto accaduto?
Assolutamente no, non sono un agronomo. Ricordo le polemiche per l’eccessivo taglio di alberi e potatura di rami dovuta al ciclone febbraio 2012. Qui, invece, da quel che capisco, gli esperti avrebbero dovuto procedere a ulteriori eliminazioni.

L’attualità cittadina sembra svilupparsi intorno al destino degli alberi.
Succedono cose strane in questa città. Alberi che cadono da soli senza un alito di vento e alberi che resistono a tempeste, abbattuti senza ancora che qualcuno abbia dato una spiegazione (il riferimento è al taglio radicale di alcuni eucalipti in via delle Terme, ndr).

L’amministrazione ha deciso di chiudere la villa per problemi di sicurezza.
Mi sembra corretto fare una verifica con il responsabile unico del procedimento, la direzione lavori e l’esperto agronomo incaricato. Bisognerebbe anche verificare se la pianta abbia dato segnali di instabilità in questo periodo o se il vizio fosse occulto. Per il resto, se vogliono, potranno riaprire la villa in pochi giorni, magari dopo aver tolto la vegetazione spontanea che, oltre a essere bruttissima, sta uccidendo le oltre cinquemila piante collocate.

Come si sente, da ex sindaco, a sapere che alcuni suoi concittadini hanno rischiato la vita entrando nella villa?
Ovviamente da acese e da ex sindaco sono dispiaciuto per l’accaduto ma le cause, vecchie o recenti che siano, potranno essere stabilite soltanto dai tecnici. Per abbattere una pianta, inoltre, oltre al parere del Comune, ci vuole quello della soprintendenza che sulla villa ha l’alta sorveglianza. Di tutte le piante oggetto di intervento alla villa c’è un verbale.

Ma la villa è stata riaperta, in piena campagna elettorale, senza aver effettuato un collaudo.
Il collaudo tecnico con gli alberi… ma non scherziamo. Se ci fosse stato un pericolo, neppure il canture durante i lavori poteva stare aperto. La villa aveva tutto in regola per essere riaperta; poi certo ci sono le speculazioni politiche. In ogni caso, ripeto, è materia di esperti agronomi e la direzione dei lavori ne aveva incaricato uno o più con curriculuum adeguato.

Ci sarà pure un responsabile in questa storia. Un albero non si danneggia dall’oggi al domani.
Se si appurerà che la pianta poteva essere pericolante e per ragioni non occulte, allora certamente avranno delle responsabilità i tecnici e l’agronomo incaricati.

Simone Olivelli

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