Acireale, omicida dei due cugini non ha risposto al giudice Legale: «Aiutato da altri? Non gli è stato ancora chiesto»

Giuseppe Battiato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 72enne, accusatosi del duplice omicidio di Vito e Cristian Cunsolo, non ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari durante l’interrogatorio di garanzia. Il gip dovrebbe esprimersi già in giornata sulla convalida dell’arresto, disposto giovedì dopo che l’uomo ha confessato di avere sparato con una pistola calibro 7.65 regolarmente detenuta. Battiato, che vive da solo nella casa di via Roccamena a Piano d’Api, una delle frazioni collinari di Acireale, alla pm Michela Maresca aveva raccontato di essere da anni vittima di periodiche visite indesiderate all’interno della campagna. 

Nel caso di Vito e Cristian Cunsolo non è ancora chiaro il motivo per cui si fossero presentati a casa dell’uomo: l’ipotesi del furto di agrumi ha perso quota già nelle ore successive al ritrovamento dei corpi, in un terreno adiacente alla proprietà di Battiato, dove l’uomo li ha abbandonati dopo averli uccisi in casa. Gli inquirenti sono propensi a cercare altrove l’interesse dei due cugini: si è parlato dell’ambizione a utilizzare un terreno servito da una condotta d’acqua per coltivare marijuana, ma anche del ritrovamento all’interno dell’abitazione di un’importante somma di denaro in contanti.

«Il mio assistito oggi non ha aggiunto nulla a ciò che ha detto al magistrato», conferma al nostro giornale la legale dell’uomo, Pierelisa Motta. L’avvocata specifica che l’anziano, che dopo l’arresto è stato rinchiuso in carcere, non ha saputo spiegare il motivo che lo ha portato a trasportare i corpi e ad abbandonarli coprendoli con dei teloni. «Non ha fornito chiarimenti, va considerato il turbamento successivo all’omicidio da parte di un uomo che non è abituato ad avere a che fare con la giustizia». Proprio lo spostamento dei cadaveri ha portato a ipotizzare che Battiato sia stato aiutato da qualcuno. A essere convinti di ciò sono i parenti delle due vittime che, dopo il ritrovamento dei corpi, hanno atteso fino a tarda notte all’esterno della proprietà del 72enne l’uscita dei feretri. Quella che riguarda l’eventuale collaborazione da parte di altre persone nelle diverse fasi del delitto, «non è una domanda che al momento gli è stata posta», chiosa la legale.

A dovere essere ancora pienamente ricostruita è la dinamica dei fatti antecedenti alla scoperta dei corpi. A indicare ai carabinieri il terreno in cui i cugini Cunsolo si erano recati, parlando di un furto di limoni, sono stati i parenti più stretti delle due vittime. Tuttavia non è chiaro se la conoscenza del luogo esatto derivasse da precedenti incursioni o dalla complicità di una o più persone che potrebbero avere accompagnato i Cunsolo all’ingresso del terreno di Piano d’Api o solo da un’informazione che era stata loro riferita. «Alla pm, il mio assistito ha parlato di come da anni fosse vittima di razzie ma non ha specificato se conoscesse le due vittime. L’ipotesi della piantagione di marijuana? Non gli è stata posta nemmeno questa domanda», conclude l’avvocata.

Simone Olivelli

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