Acireale: la pioggia, il torrente che esonda, un uomo disperso. Le responsabilità di chi non si cura dell’ambiente

BISOGNA CHIEDERSI COM’E’ POSSIBILE CHE UN CORSO D’ACQUA E’ IN PIENA DOPO UNA BREVE PIOGGIA, ANCHE SE INTENSA

La speranza è che, almeno questa volta, gl’inquirenti, davanti a quello che è avvenuto ad Acireale, dove un uomo è stato inghiottito dalla piena del torrente Lavinio Platani, si chiedano come può, un pioggia, sebbene intensa, ma di pochi minuti, provocare l’esondazione di un corso d’acqua.

Mentre i vigili del fuoco stanno ricercando ancora Giuseppe Castro, l’uomo di 53 anni disperso, bisogna avere il coraggio di dire con forza che tutto questo è successo – e potrebbe succedere ancora – per un motivo semplice: perché in Sicilia, quel poco di manutenzione dell’ambiente, e segnatamente dei corsi d’acqua, che veniva fatta negli anni passati non si fa più.

Per essere chiari, l’unica istituzione pubblica che in Sicilia si è occupata concretamente di manutenzione ambientale è stata l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. Quest’istituzione ha funzionato bene fino al 2006. Ha iniziato ad avere qualche problema nel 2008. Da quella data in poi – che ha coinciso con l’avvento del Governo regionale di Raffaele Lombardo – questa gloriosa istituzione tecnica della Sicilia è andata sempre indietro. Oggi, dopo nove mesi di Governo di Rosario Crocetta, è un delirio.

Noi invitiamo gl’inquirenti ad informarsi con chi conosce le regole della tutela dell’ambiente. Perché mezz’ora di pioggia, anche intensa, non possono far esondare un corso d’acqua. Se questo avviene è perché non da qualche mese, ma da qualche anno, non vengono attuate le manutenzioni.

Quanto avvenuto negli anni recenti nel Messinese non è casuale. E solo in minima parte è il frutto di abitazioni costruite a ridosso di colline che poi vengono giù.

Le domande da porsi sono: perché una collina viene giù dopo le piogge? Perché un torrente esonda dopo mezz’ora di pioggia?

La risposta è piuttosto semplice: perché non vengono effettuate le manutenzioni. Perché le aree collinari e montane della Sicilia, tranne pochissime eccezioni, sono state abbandonate. Perché i corsi d’acqua non sono stati regimati.

Quello che si verifica oggi con i corsi d’acqua è un paradosso. Ricordiamo che, negli anni ’70 e ’80 si registrava un eccesso di interventi. Con i corsi d’acqua della Sicilia che sono stati in buna parte ‘cementificati’. Predisponendo tante parti del territorio dell’Isola – si pensi alle ‘Fiumare’ del Messinese – al dissesto. Oggi si verifica l’esatto contrario: il pressoché totale abbandono.

In Sicilia manca il governo del territorio. C’è una branca dell’amministrazione – l’assessorato al Territorio e Ambiente – che ha provocato solo enormi disastri. Autorizzando tutto: dall’inquinamento di Gela ai disastri ambientali di Priolo e Melilli, dai veleni di Milazzo all’alta tensione nella valle del Mela. Fino alla recente autorizzazione – agosto 2009 – del Muos di Niscemi, sostituendosi, non abbiamo capito a che titolo, all’Azienda Foreste.

Di violazione di legge in violazione di legge. Di disattenzione in disattenzione. Il risultato è che oggi dell’inquinamento di Gela, di Mellilli, di Priolo, delle raffinerie di Augusta, dei veleni di Milazzo, dell’alta tensione della Valle del Mela e elle onde elettromagnetiche del Muos si dovrà occupare la magistratura, visto che la politica siciliana, a parte le ultime sceneggiate antimafia, non è in grado di tutelare l’ambiente.

Con una Regione allo sbando, che sta finendo di distruggere l’Azienda Foreste, che non si occupa dei corsi d’acqua.

Così anche una semplice pioggia di mezz’ora, in prossimità di un torrente, diventa mortale.

Redazione

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