Acireale, la controversia per un alloggio del Palasport Privato lo occupa da 20 anni ma il Comune lo rivuole

L’immobile nell’area del Palasport Tupparello ad Acireale è l’oggetto della contesa fra pubblico e privato. Si tratta del cosiddetto alloggio custode ed è Sebastiano Camelia a ricorrere contro il Comune. Qualche giorno fa una sentenza del tribunale civile di Catania, in funzione cautelare, ha emesso una ordinanza attraverso la quale reintegra il signor Camelia nel possesso dello stabile.

«In pratica, il giudice ha riconosciuto illegittimo lo sgombero che ha subito il mio assistito da parte del Comune per due ordini di motivi – spiega a MeridioNews l’avvocato Dario Fina – da una parte perché l’immobile non risulta essere di proprietà del Comune, infatti nonostante dicano che c’è un interesse pubblico da tutelare in realtà è stato adibito a eventi di natura privatistica. E dall’altra – aggiunge – perché è stato dimostrato, anche attraverso due testimonianze, che il signor Camelia ha avuto un possesso continuato della struttura da circa 20 anni e che nel tempo ha apportato delle sostanziali migliorie a un immobile che era in totale stato di abbandono, ulteriore conferma del fatto che il Comune non ne avesse possesso né utilizzo». 

Il bene oggetto di controversia, attualmente sotto curatela del tribunale, è stato riconosciuto come bene rientrante nel patrimonio indisponibile del Comune, ma ciò non sembra poter assumere valore retroattivo. Nella sentenza della giudice Dora Bonifacio si legge che i due testi hanno dichiarato che prima che Camelia la occupasse «la casa era assolutamente in stato di abbandono e tutta aperta, senza serrature né recinzioni. È stato lui ad arredarne, nel tempo, ogni ambiente. Esisteva solo lo scheletro dell’immobile, che non aveva neanche i servizi o gli infissi, e successivamente il Camelia lo ha reso abitabile mettendo anche un cancello con delle chiavi per evitare che altri vi avessero accesso». In pratica, lo ha chiuso, risistemato e ci si è trasferito con l’intera famiglia

Stando all’ultima sentenza, negli atti di documentazione presentati dal Comune queste circostanze non sarebbero smentite. Anzi, a conferma dell’occupazione continuata ci sarebbe anche il verbale di sgombero del 18 novembre del 2011. L’ultimo sgombero a cui si fa riferimento è, però, quello del 25 febbraio del 2016. «Per altro – sottolinea l’avvocato Fina – il mio assistito, nel 2016, è stato prosciolto dall’accusa di occupazione abusiva di bene pubblico perché il tribunale penale di Catania aveva riconosciuto che il Comune non aveva titolarità in merito all’alloggio del custode che acquisterà, nel 2019, allo scadere della convenzione con la società che gestiva il Palazzetto». 

Il Comune, dunque, non sarebbe stato legittimato a provvedere allo sgombero perché non sarebbe il legittimo proprietario dell’immobile. «Il titolo per spogliarlo – afferma l’avvocato – avrebbe potuto averlo la curatela dalla quale però non sono mai arrivate lamentele di nessun tipo». In questi venti anni di occupazione della casa, Sebastiano Camelia nell’area del  Tupparello ha anche fatto attività di parcheggiatore in occasione dei concerti o durante il mercato settimanale. «Non so se c’è una collaborazione ufficializzata ma, per quello che ne so io – dice Fina – i biglietti che emette sono della società che attualmente gestisce il Palasport».

L’amministrazione comunale di Acireale, preso atto del provvedimento emesso in prima istanza dal Tribunale di Catania, ha già proposto reclamo in composizione collegiale. «La questione principale – dichiara a MeridioNews l’assessore Francesco Fichera – è che vogliamo vedere riaffermato il principio che un bene pubblico deve rimanere a disposizione dell’intera collettività e non di chi lo occupava senza alcun titolo o autorizzazione. Fra l’altro, il soggetto in questione usufruisce già di una casa popolare non lontano da lì, dunque non è mai stato buttato in mezzo a una strada». 

L’obiettivo dell’amministrazione acese era di fare dello slargo e dell’immobile una piccola isola ecologica. «Aspetteremo di risolvere questa pendenza ma nostro proposito è sempre quello, tanto che – afferma Fichera – è stato già consegnato alla Tekra (la ditta che ha in appalto la gestione dei rifiuti del comune di Acireale, ndr) che vi ha già realizzato delle migliorie come l’illuminazione e l’impianto di videosorveglianza».

Marta Silvestre

Recent Posts

Strage sul lavoro a Casteldaccia, parla operaio sopravvissuto: «Sentito i colleghi gridare»

«All'improvviso ho sentito i miei colleghi che gridavano, e ho dato subito l'allarme. Mi sento…

2 ore ago

Strage Casteldaccia, il comandante dei vigili del fuoco: «Con le precauzioni, non avremmo cinque morti»

«Se fossero state prese tutte le precauzioni non avremmo avuto cinque morti». Risponde solo la…

3 ore ago

Strage Casteldaccia, i cinque operai morti uno dietro l’altro calandosi nel tombino

Sarebbero morti uno dietro l'altro i cinque operai, calandosi in un tombino dell'impianto fognario. È…

4 ore ago

Strage sul lavoro a Casteldaccia, i cinque operai morti soffocati per intossicazione. A dare l’allarme un sopravvissuto

Sarebbero morti per intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento…

5 ore ago

Cinque operai morti e un ferito grave nel Palermitano: stavano facendo lavori fognari

Il bilancio è di cinque operai morti e un ferito grave. Secondo una prima ricostruzione,…

5 ore ago

La mamma di Denise Pipitone ha trovato cimici funzionanti in casa: «Sono dello Stato o di privati?»

«Sapete cosa sono? Scrivetelo nei commenti, vediamo chi indovina». È con una sorta di indovinello…

5 ore ago