«Il presepe settecentesco anche quest’anno sarà aperto al pubblico». Ad annunciarlo è Santi Coco, un volontario che da anni si prende cura della grotta, meglio nota agli acesi come ‘a rutta. Nel sito di Acireale, infatti, 34 personaggi a grandezza naturale e lavorati in cera da anni rappresentano la natività in uno scenario fatto di abiti e utensili del tardo ‘700. Ogni anno l’apertura della struttura a fedeli e turisti è messa alla prova dalle condizioni precarie in cui versa l’insenatura lavica, e quest’anno sembra essere arrivato il limite. Le infiltrazioni d’acqua dovute alle forti piogge hanno finito per deteriorare i tetti, causando danni sia alla struttura che al presepe. Tanto che negli ultimi anni si è profilato sempre di più il rischio della definitiva chiusura al pubblico. Che potrebbe avvenire nel 2017. «Fino a quando non si risolve il problema delle infiltrazioni, ogni anno sarà un punto interrogativo», dice Coco.
La grotta è un’opera inedita, una insenatura lavica formatasi spontaneamente, situata all’interno di un costone della Timpa, poco prima delle frazioni marittime acesi. Tutto ha inizio nel 1741, anno in cui don Mariano Valerio, durante un pellegrinaggio, trova riparo in quella insenatura tanto simile allo scenario della natività di Betlemme da suggerirgliene la realizzazione. Una volta adattata a chiesa – intitolata prima a Sancta Maria ad presaepe e poi alla Madonna della Neve -, nel 1752 la cava naturale assume lo scenario tipico della grotta dove sono stati posizionati i personaggi lavorati dagli artisti locali dell’epoca. Più avanti trovano spazio le modifiche alla facciata della chiesa. In più, i personaggi che venivano sempre rimossi alla fine delle feste natalizie, solo negli anni ’70 hanno trovano la loro definitiva stabilità, evitando così possibili danneggiamenti in seguito alla dislocazione.
Il presepe del ‘700 è un appuntamento fisso per i tanti appassionati, che si rinnova ogni anno con la messa della notte di Natale, che quest’anno però non ci sarà. Le condizioni dell’edificio con il passare del tempo sono andate peggiorando vistosamente. «In questi anni abbiamo dovuto attuare degli accorgimenti per rendere il presepe fruibile al pubblico – spiega Coco – come quello di contenere le perdite d’acqua o coprire i personaggi con un telone quando il presepe rimane chiuso». Il volontario, inoltre, sottolinea come la responsabilità sarebbe della Curia. Ma «nessuno ci assiste, nessuno ci finanzia – continua -, in passato abbiamo esposto le problematiche perfino alla Soprintendenza ma ci hanno risposto che così andava bene».
Sulla questione interviene pure Antonio Coniglio, l’assessore al Turismo del Comune di Acireale: «Abbiamo realizzato un vasto programma in occasione del Natale – afferma -, ma è chiaro che non possiamo dimenticarci del presepe settecentesco, un bene patrimoniale acese dal valore straordinario». Coniglio aggiunge successivamente che ci sarà un intervento dopo le festività: «Dopo l’Epifania cercherò di organizzare un tavolo che coinvolgerà non solo il vescovo, capo della diocesi, monsignor Antonino Raspanti, ma anche i vari rappresentanti dell’area Metropolitana di Catania e della Regione Sicilia, in modo da non delegare tutte le responsabilità alla Curia».
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