A fine estate, i bagnanti di Santa Maria la Scala nell’uscire dall’acqua potrebbero non vedere più l’ecomostro sulla Timpa che sovrasta la frazione marinara di Acireale. Lo scheletro di cemento, che da quarant’anni deturpa la riserva naturale, sarà finalmente abbattuto. La fine a una vicenda – che nel corso degli anni è entrata periodicamente nell’agenda della politica, senza però essere mai realmente affrontata – verrà posta grazie alla cooperazione del Comune di Acireale e della Regione. Il costo della demolizione sarà di 250mila euro, di cui 150mila messi dall’assessorato regionale Infrastrutture e Mobilità.
L’ecomostro era nato per essere un albergo di lusso. La costruzione dell’hotel Santa Maria la Scala, iniziata negli anni Settanta, è stata poi interrotta. Da allora, il manufatto è stato il simbolo della cementificazione selvaggia del territorio fino all’anno scorso, quando l’amministrazione guidata da Roberto Barbagallo ha ottenuto dalla Regione la disponibilità a compartecipare alle spese dell’intervento. La notizia dell’ufficialità del decreto di finanziamento, giunta oggi, dà così inizio all’iter che dovrà portare alla rimozione dell’immobile.
Primo passo sarà l’indizione della gara che, come d’accordo con la Regione, sarà organizzata dal genio civile di Catania. «Iniziamo l’anno sotto i migliori auspici – dichiara il sindaco di Acireale Barbagallo -. Stamattina ho già contattato il genio civile, che la settimana prossima sarà pronto a pubblicare il bando di gara. Appaltati nel più breve tempo possibile i lavori, dovremo solo rispettare le prescrizioni dell’assessorato Territorio e Ambiente, in rispetto delle normative vigenti in materia di tutela paesaggistico-ambientale e da un punto di vista statico e di sicurezza». Per l’avvio dei lavori, però, bisognerà aspettare la fine dell’estate: «A causa dei disturbi sonori provocati dall’abbattimento del fabbricato e dai movimenti delle macchine – spiega il primo cittadino – l’intervento non potrà essere realizzato durante il periodo riproduttivo e migratorio delle specie protette e quindi saremo autorizzati a iniziare i lavori nei mesi successivi all’estate».
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